Letta: il ventennio berlusconiano è finito. Alfano: il Pd non si intrometta

7 Ott 2013 10:06 - di Redazione

Letta il professore. Non resiste alla tentazioni di dare le pagelle e il colpo di grazia a Berlusconi, uscito sconfitto dal braccio di ferro sulla fiducia. «Il ventennio berlusconiano è finito»,  scandisce il premier intervistato da Maria Latella su Sky. Poi si spertica in lodi al suo vice che «ha assunto una leadership molto forte e molto marcata, è stato sfidato ed ha vinto la partita». Rafforzato dalla nuova maggioranza che puntellerà il governo fino al 2015, Letta dice di fidarsi molto dei cinque ministri del Pdl che hanno mostrato saggezza, ma il Cavaliere non ha chance. La sua esclamazione “Grande!” pronunciata sottovoce e testimoniata dal labiale quando Berlusconi ha annunciato a sorpresa il voto di fiducia nell’aula del Senato non era un attestato di stima. «Era una battuta ironica, tutto mi sarei aspettato tranne quella giravolta».

Alfano, pressato dagli ultrà che chiedono il congresso e dalle nuove fibrillazioni, non può accettare il giudizio tranchant dell’amico Enrico che resta un avversario «Non accettiamo e non accetteremo ingerenze nel libero confronto del nostro movimento politico. E questo – risponde irritato – vale anche per il presidente del Consiglio e per il segretario del Partito democratico». Anche Epifani, infatti,  intervistato da Repubblica, sceglie la strada delle istruzioni per l’uso al centrodestra consigliando ad Alfano di fare i gruppi autonomi, gongolante per «la sconfitta piena» di Berlusconi. «Non saranno i nostri avversari a determinare la chiusura del ciclo politico di Berlusconi – replica Alfano – perché il popolo, ancora oggi, individua in lui il leader di un grande partito e il leader di una coalizione che può ancora vincere». Dentro questo governo – chiarisce il segretario del Pdl – noi stiamo per difendere le nostre idee e se una collaborazione c’è oggi è «perché nessuno ha vinto pienamente le elezioni e Silvio Berlusconi ha intuito per primo l’importanza di una grande coalizione».

Per quanto diviso e a rischio implosione il Pdl invita il centrosinistra a guardare in casa propria. «Avrà pure le sue certezze sulla presunta chiusura dell’epoca berlusconiana e le sue convenienze a pensare ciò che ha detto. A me pare che corra troppo», commenta Altero Matteoli. «Letta si sbaglia, non si è conclusa un’era perché Silvio Berlusconi è e resterà leader incontrastato di un centrodestra alternativo alla sinistra», alza la voce Renato Schifani. Il neo-montiano Mario Mauro, che sogna un centro dei moderati con le colombe di centrodestra e gli ex diccì del Nazareno, si infila nel dibattito sull’epilogo della stagione berlusconiana. «Spetta al Pdl decidere come strutturarsi e io non voglio interferire – dice – oggi non si è chiuso solo il percorso storico-politico di Berlusconi bensì è venuta a compimento la crisi del modello di partito a cui si è in parte rifatto anche il Pd».

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