Le sentinelle anti-tasse funzionano. Alfano: «Con la legge di Stabilità calerà finalmente la pressione fiscale»

15 Ott 2013 21:05 - di Redazione

«Per la prima volta da tempo siamo riusciti a fare una legge di Stabilità dove i conti quadrano senza aumentare le tasse e senza tagli al sociale e alla sanità», dice  il premier Enrico Letta nella conferenza stampa che interrompe il Consiglio dei ministri, a ora di cena. Ha l’aria soddisfatta e non lo nasconde. «Nella legge di stabilità c’è una significativa riduzione delle tasse per famiglie, lavoratori ed imprese. Siamo convinti e speriamo di fare di più in prospettiva», aggiunge. Al suo fianco c’è la “sentinella anti-tasse”, Angelino Alfano, che annuncia: «La legge di stabilità ‘diminuirà di un punto la pressione fiscale. La filosofia della manovra è meno spesa pubblica, meno debito pubblico, meno tasse», spiega il vicepremier.

Così, sulla base delle rassicurazioni fornite dal governo, sembrano scongiurati i tagli alla sanità, quelli che fin dall’inizio erano apparsi i più dolorosi. La manovra è all’incirca di 11,5 miliardi nel 2014, 7,5 miliardi nel 2015 e 7,5 miliardi nel 2016 e al suo interno è previsto “una riduzione di tasse per le imprese con una curva crescente nell’arco del triennio”. Ma – spiega Letta – “la legge di Stabilità prevede una significativa riduzione delle tasse anche per le famiglie e i lavoratori”. Il taglio del cuneo fiscale, secondo il premier, sarà di 5 miliardi per i lavoratori e 5,6 miliardi per le imprese nel triennio. Tra gli interventi per le imprese e i lavoratori, c’è anche un incentivo per il passaggio dai contratti a tempo determinato a quelli a tempo indeterminato. «Abbiamo bloccato l’aumento dell’Iva che doveva scattare a gennaio sulle cooperative sociali e c’è un allentamento del patto di stabilità per i Comuni, da un miliardo di euro.  È un segnale importante nella direzione dello sviluppo, è un allentamento per consentire gli investimenti in conto capitale”. Anche sulla nuova imposta, che ne racchiuderà tre, la Trise, Alfano rassicura: «Non sarà una nuova Imu».

Il tema della copertura delle risorse, ovviamente, è entrato in conferenza stampa quasi subito. «Le risorse arriveranno dall’aggressione dei capitali illegalmente esportati e  su quattro grandi voci: 3,5 miliardi di tagli alla spesa (3,5 allo stato e 1 miliardo per le Regioni); 3,2 milioni da dismissioni immobiliari, revisione del trattamento delle perdite di banche e altri intermediari; un miliardo e 900 milioni da interventi fiscali: 500 milioni da limatura delle spese per tasse, e altri interventi che hanno a che vedere con le attività finanziarie, in particolare l’aliquota di bollo”.Non ci sarà, invece, l’aumento delle tasse sui Bot, ma un incremento del bollo sulla gestione dei titoli. Nella legge di stabilità si prevede anche lo “stop” a quella che è una “anomalia italiana”: alle elezioni si voterà in un giorno solo, di domenica, e non in due. Annunciato anche l’inizio di un piano di dismissione delle prorpoeuità pubbliche mirato a ridurre il debito. «Ci aspettiamo un ruolo del Parlamento molto forte, lasciamo al Parlamento e alle parti sociali che in queste settimane avranno modo di discutere, il modo migliore  per utilizzare le risorse per il taglio di tasse dei lavoratori: dipenderà da loro come allocare le risorse per il taglio delle tasse ai lavoratori».

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