La bici di Bartali alla Leopolda: il renzismo parla anche attraverso i simboli

26 Ott 2013 11:13 - di Redattore 54

C’è anche una bici di Gino Bartali sul palco della Leopolda, dove è in corso il secondo giorno del meeting di Matteo Renzi. Una bici che affianca una Vespa anni Sessanta, simbolo dell’Italia speranzosa del boom. Il campione di ciclismo è citato spesso da Matteo Renzi: “Diceva ‘l’è tutto sbagliato l’è tutto da rifare’ – ha ricordato più volte il sindaco – ma poi non stava con le mani in mano, saliva in bici e salvava gli ebrei”. La bici è stata prestata a Renzi da uno degli organizzatori dell’Eroica, la corsa che ogni anno si svolge nel Senese con mezzi ‘storici’. Così nel pantheon vintage dei renziani fa il suo ingresso la bicicletta che possiede numerosi rimandi simbolici: a parte che anche Prodi e Rutelli erano fanatici delle due ruote (e oggi il sindaco di Roma Ignazio Marino), la bicicletta significa anche fatica e sudore, mentre di sicuro col renzismo si archiviano i significati ecologici collegati alla bici come alternativa all’automobile.

La bicicletta e la Vespa. E si passa così dall’ideologia al minimalismo chic. Non è più questione di volti (Berlinguer o Togliatti? Marx o Pertini?) e neanche di concetti (uguaglianza, modernità, soldiarietà…), ma di format, di gadget, di brand. La bicicletta è sforzo tutto in salita, in sintonia totale con la nuova tendenza che vuole gli italiani capaci di rimboccarsi le maniche e ricostruire. Modello di riferimento l’imprenditore geniale di Eataly Oscar Farinetti, libro cult il nuovo testo del lanciatissimo Aldo Cazzullo, Basta piangere! Storia di un’Italia che non si lamentava. E dunque la bicicletta è filosofia di vita, è postmoderna e in linea con i nuovi stili esistenziali dettati dalla crisi (nel 2012 la vendita di biciclette ha superato quella delle automobili e non sarà un caso…).  E infine Bartali e la sua bicicletta uniscono, sono inclusivi, mentre i loghi di partito dividono, sanno di vecchio, fanno scappare la gente. Siamo all’evoluzione della politica spettacolo. La politica che prova a parlare con un linguaggio iconico. Per dire tutto senza dire niente.

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