Immigrazione: sì del governo al diritto d’asilo e primo colpo alla legge Bossi-Fini

9 Ott 2013 21:23 - di Valerio Pugi

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto sul diritto d’asilo. Lo schema – ha spiegato il sottosegretario Filippo Patroni Griffi – si compone di quattro articoli. Per il mancato recepimento della direttiva è stata avviata dalla Commissione europea una procedura d’infrazione nello scorso luglio. Una delle novità più significative del provvedimento è che i titolari di protezione internazionale muniti del permesso di “lungo soggiorno” potranno stabilirsi, a determinate condizioni (ad esempio, per motivi di lavoro), in un secondo Stato membro. L’attuazione della direttiva agevola quindi la mobilità dei rifugiati tra i Paesi dell’Unione Europea. Per ottenere il permesso “lungo” si elimina per gli stranieri beneficiari di protezione internazionale ed i loro familiari l’onere di documentare la disponibilità di un alloggio idoneo. Si esclude anche l’obbligo di superare un test di conoscenza della lingua italiana ai fini del rilascio del permesso di soggiorno di lungo periodo. Per il rilascio del permesso ai titolari di protezione internazionale, nel calcolo dei cinque anni necessari a maturare lo status, si computa il periodo di soggiorno compreso tra la data di presentazione della domanda di protezione internazionale e la data del rilascio del permesso di soggiorno per asilo o per protezione sussidiaria. Il nuovo status di lungo soggiornante attribuito ai beneficiari di protezione internazionale non interferisce con la protezione dall’espulsione, che rimane circoscritta ai casi di pericolosità per la sicurezza dello Stato ovvero per l’ordine e la sicurezza pubblica, fermo restando il rispetto del principio per cui nessuno può essere rinviato verso uno Stato in cui può essere oggetto di persecuzione. Le modifiche introdotte dal decreto mirano a garantire la stessa tutela allo straniero a cui il permesso per soggiornante di lungo periodo è stato rilasciato da un altro Stato membro. In particolare, si prevede che lo straniero, cui un altro Stato Ue ha riconosciuto sia la protezione internazionale che lo status di soggiornante di lungo periodo, possa essere allontanato solo verso questo Stato.
Intanto un primo colpo alla legge Bossi-Fini sull’immigrazione è arrivato dall’approvazione, in commissione Giustizia del Senato, dell’emendamento che abroga il reato di clandestinità e in generale la trasformazione in illeciti amministrativi per i quali oggi è prevista una multa o una ammenda. L’emendamento, presentato dai senatori del Movimento Cinque stelle, Andrea Buccarella e Maurizio Cioffi, e passato con il parere favorevole del governo – ha dichiarato il sottosegretario Ferri – riguarda la delega sulla messa alla prova. «La sanzione penale appare sproporzionata e ingiustificata. E la sanzione penale pecuniaria è di fatto ineseguibile considerato che i migranti sono privi di qualsiasi bene». Oltretutto «il numero delle persone che potrebbero essere potenzialmente incriminate sarebbe tale da intasare completamente la macchina della giustizia penale, soprattutto nei luoghi di sbarco. Lo Stato deve regolare i flussi migratori in modo compatibile con le concrete possibilità di accogliere i migranti – ha proseguito il sottosegretario – e questo non solo per ragioni di ordine pubblico ma anche per motivi umanitari. A persone che cercano di sfuggire da situazioni di estrema indigenza e spesso disumane dobbiamo garantire un’ospitalità dignitosa. Occorre invece continuare a punire con severità chi sfrutta e favorisce questi fenomeni migratori incontrollati che possono causare tragedie come quella di Lampedusa».
«Usare l’immensa tragedia di Lampedusa per interventi demagogici e affrettati sulla legge italiana sarebbe un errore madornale», dichiara il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri (Pdl), che spiega: «Bisogna agire a livello europeo, organizzare in maniera adeguata Frontex, fare accordi con i Paesi da dove partono i viaggi della morte, riflettere sugli errori della politica occidentale in sostegno alla cosiddetta primavera araba o ai conflitti in Libia. E, per quanto riguarda l’asilo, riuscire a distinguere i profughi delle guerre dai clandestini che vengono messi sulle carrette del mare da cinici criminali». «L’approvazione dell’emendamento del M5S – secondo Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d’Italia e componente dell’Ufficio di Presidenza di Montecitorio – è una risposta demagogica ad un problema più complesso, oltretutto senza una riforma compiuta. In questo modo si scardina un sistema già precario, si incoraggiano nuovi arrivi e si smantella il lavoro svolto dalle forze di polizia. Il M5S mostra al popolo italiano la sua estrazione di estrema sinistra».

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