Il Pdl: «Vogliono eliminare il Cav per via giudiziaria, non riusciranno mai a fermarci»

19 Ott 2013 16:52 - di Guglielmo Federici

Non saranno sentenze già scritte o copioni predefiniti a frenare o a modificare il progetto di un grande centrodestra né a scalfire la fiducia in Silvio Berlusconi. Il Pdl parla con voce sola per commentare la nuova tegola giudiziaria. In primis Angelino Alfano: «Ho sentito al telefono Berlusconi – dice – il nostro leader è forte e determinato come sempre. Siamo tutti con lui, impegnati, oggi più che mai nella ricostruzione di un centrodestra, moderno, competitivo. Il nostro progetto va avanti e non sarà toccato da una sentenza che non priverà un leader del suo popolo e quel popolo del proprio leader». Una dato politico che incontrovertibile che il senatore Altero Matteoli ribadisce forte e chiaro: «Berlusconi è e rimane il leader del Pdl e del centrodestra. Non saranno sentenze discutibili, per usare un eufemismo, come quella sbrigativa assunta oggi dalla Corte milanese a decidere della leadership di un movimento rappresentativo di tanti milioni di elettori». Copione già scritto, del resto, argomenta il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri. «A Milano l’accusa chiede e i giudici danno. Ma non sarà il tentativo di eliminare per via giudiziaria Berlusconi a fermare la nostra azione per ristabilire giustizia, democrazia e libertà». Incalza il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta: «La Corte milanese ratifica, come un notaio, emettendo una sentenza evidentemente già scritta. Che tristezza. Solo il senso di responsabilità del presidente Berlusconi e di tutto il Pdl può sopportare questo ennesimo schiaffo alla democrazia. Sappiano i giudici che potranno anche decidere sull’interdizione di un politico, ma non potranno mai mettere a tacere la leadership di colui che continua e continuerà a rappresentare nel Paese la maggioranza degli italiani». Sui tempi bizzarri della giustizia  ironizza Barbara Saltamartini: «Purtroppo non stupisce più la rapidità del sistema giudiziario  nei confronti di Berlusconi. Peccato che questa velocità di giudizio non venga applicata nei tantissimi processi che vedono coinvolti cittadini normali. Ancora una volta due pesi e due misure che non si possono più tollerare e che impongono di procedere velocemente alla riforma della giustizia». Più precisamente si deve parlare di «una ingiustizia-lampo che solo i complici e gli ipocriti possono fingere di non vedere», stigmatizza il senatore Lucio Malan. Ormai siamo a «una caricatura dello stato di diritto»,  espolode Osvaldo Napoli. «Ma gli italiani sapranno reagire a questa ennesima ingiustizia», afferma Renata Polverini. Parla di «caccia all’uomo nei confronti di Berlusconi» Gabriella Giammanco. Per questo motivo il Pdl è motivato ora più che mai a non arrendersi: «A maggior ragione Berlusconi è e resta a pieno titolo il leader del centrodestra – dice Mariastella Gelmini – nessuna sentenza potrà mai privarlo del consenso e della fiducia di milioni di elettori ormai persuasi dei danni che l’uso politico della giustizia sta recando al Paese».

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