Il fisco come Dracula: succhia il sangue alle imprese. A Roma il dato peggiore

7 Ott 2013 16:49 - di Antonio La Caria

Nella partita annuale con il fisco la palma dei più tartassati spetta agi imprenditori romani che nel 2013 sono stati gli ultimi ad arrivare all’appuntamento col “Tax free day”, festeggiato il 7 ottobre spegnendo 279 candeline. Tanti sono, infatti, i giorni che le aziende della Capitale hanno impegnato nel lavoro per fare fronte all’esosità del fisco. A dare i numeri è stata la Cna (Confederazione nazionale artigiani) di Roma cha parla di escalation della pressione fiscale e ricorda che «l’anno scorso per mettersi in paro con le tasse erano stati necessari 261 giorni e nel 2011 soltanto (si fa per dire) 243». In soli due anni, insomma, c’è stata una crescita di 39 giorni, corrispondenti ad oltre un mese. A Torino, invece,  ne bastano  251 e a Milano 246. Il taglio della torta, effettuato dalla stessa Cna, è avvenuto alla Casa delle Imprese di Garbatella, per quella che è stata definita una giornata simbolo, che segna lo spartiacque tra i mesi di lavoro, impiegati solo per pagare le tasse, e quelli che restano fino alla fine dell’anno: su per giù 9 a 3. A Roma il fisco pesa per il 71,48% sul reddito dell’impresa: un record, al confronto con le altre città italiane. Il primato del fisco sulle imprese romane è dovuto soprattutto al peso dell’Imu, il cui costo medio per impresa sfiora i 7mila euro. E poi c’è il capitolo salato della tassa sui rifiuti, per la quale a Roma se ne vanno mediamente 4.850,03 euro. L’addizionale comunale Irpef vale a Roma tre volte tanto Milano e l’11% in più di Torino. «Insomma – concludono alla Cna capitolina – sono le imposte locali a fare la differenza. Nell’ultimo anno monitorato, l’aumento del fisco locale è stato del 7,04% per le imprese della Capitale, mentre la variazione delle tasse dovute allo Stato centrale è stata dello 0,62%. Un imprenditore, con un reddito di 48mila euro annui, nel 2012 ha speso in tasse 4.439,52 euro in più (+9,25%) del 2011, un collega torinese 3.906,13 (+8,14%) e un milanese 3.103,98 (+6,47%)».

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