I russi non dimenticano Ivan Drago: Stallone-pittore espone a San Pietroburgo tra le polemiche

28 Ott 2013 13:36 - di Valeria Gelsi

Anche per i personaggi e per le star di Hollywood c’è un passato che non passa. Lo ha scoperto in questi giorni Sylvester Stallone che, in Russia, si è visto dare dell’anticomunista non gradito. Sly, nella inedita veste di artista, è andato a presentare la sua mostra “Sylvester Stallone. Art. 1975-2013”, che è stata inaugurata ieri al Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, dove resterà fino al 13 gennaio. I 36 quadri esposti, che come recita il titolo della retrospettiva, sono stati dipinti nell’arco degli ultimi 37 anni, hanno per lo più un soggetto astratto. Ve ne sono anche alcuni, però, in cui Stallone si è ritratto nei panni di Rocky, che a un certo punto della sua carriera se la vide anche con il sovietico Ivan Drago, quello di “Ti spiezzo in due”. A San Pietroburgo, benché siano passati 28 anni, non l’hanno dimenticato, anche perché il match viene evocato nei più recenti Rocky V e Rocky Balboa. Lì si scopre che a Ivan Drago Rocky ne aveva date tante non solo da metterlo al tappeto, ma anche da lasciarlo con danni permanenti. E questo senza considerare quello che Rambo ha fatto ai “compagni” vietnamiti. Per questo, esponenti del Partito comunista locale ha accusato la mostra di essere una «parodia» e una provocazione. «Se la mia visita è una sfida per qualcuno, problemi suoi», ha replicato Sly, che però non ha avuto solo grane politiche. Contro di lui si sono scagliati anche alcuni rappresentanti dell’ala più conservatrice del mondo dell’arte russa: lo hanno additato come un dilettante e hanno accusato il Museo di avergli concesso uno spazio immeritato vicino ai più grandi artisti russi e ad americani del calibro di Andy Wharol e Jean-Michel Basquiat.

Per il direttore del Museo, Vladimir Gusev, invece i quadri di Stallone «mostrano il carattere di un uomo appassionato» e non sono «il lavoro di un dilettante», ma di un «vero artista». «Sono molto, molto lusingato, perché ci sono così tanti grandi artisti del mondo», ha detto Stallone all’inaugurazione, aggiungendo che fra i molti grandi artisti che ci sono al mondo «per qualche motivo, mi hanno scelto per andare là e mostrare tutti i miei dipinti. È un’opportunità fantastica». E opportunità si sono dimostrate anche le polemiche, che dimostrano come il vecchio detto “bene o male purché se ne parli” abbia ancora una sua validità. Il giorno dell’inaugurazione in centinaia si sono messi in fila per visitare la mostra e, forse, più per vedere il Rocky in carne e ossa che quello dipinto. Perché alla fine una star di Hollywood è pur sempre una star di Hollywood, anche se le ha date di santa ragione a un campione sovietico.

 

 

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