Giulietta e Romeo in Afghanistan: decapitati dai genitori di lei contrari alle nozze

23 Ott 2013 20:32 - di Redazione

Come Romeo e Giulietta, forti dei loro vent’anni, hanno inseguito un sogno d’amore fino alla morte. Dopo la coppia di innamorati tunisini che si sono uccisi l’altro giorno, oggi è toccato a due ragazzi afghani. Picchiati a sangue e poi decapitati. Così sono stati trovati dalla polizia i corpi due ragazzi – colpevoli di un amore proibito dalle convenzioni locali – in un cimitero di Lashkargah, nella provincia meridionale di Helmand, in Afghanistan. Non tutti i particolari della vicenda sono ancora noti perchè è in corso un’inchiesta, ma da quello che si è potuto sapere finora la giovane è fuggita di casa per raggiungere, contro il volere dei genitori, la residenza del suo fidanzato Hayatullah nel quartiere di Bolan. Ma il ragazzo, secondo quanto ha rivelato una persona che lo conosceva all’agenzia di stampa Pajhwok, pare fosse già sposato, ma di questa notizia non c’è conferma. Una storia confermata dalle parole del portavoce del governatore provinciale, Omar Zwak, per il quale effettivamente la giovane aveva deciso due giorni fa di abbandonare la famiglia «per inseguire il suo sogno d’amore», consapevole di farlo in sfida delle rigide tradizioni che governano i rapporti fra i sessi in Afghanistan. Secondo una ricostruzione della polizia, accortisi della fuga, i genitori della giovane si sono precipitati dal ragazzo accompagnati da numerose persone in almeno cinque auto, con il pretesto di regolarizzare il fidanzamento. Ma una volta entrato in casa, il gruppo ha sequestrato i due portandoli in un terreno abbandonato dove sono stati brutalmente malmenati, e infine decapitati. I cadaveri sono poi stati gettati nel vicino cimitero conosciuto come Basharan. Responsabili della Commissione indipendente afghana per i diritti umani (Aihrc) di Helmand hanno condannato il duplice omicidio e sottolineato come simili incidenti siano in aumento negli ultimi anni. «Le ragioni profonde di questa terribile vicenda – ha osservato uno di loro – sono la carenza di istruzione, l’insicurezza e i valori di una certa tradizione» ancora molto radicati. Negli anni scorsi, le cronache hanno segnalato molteplici casi di coppie adultere lapidate a morte in pubblico. Ed in almeno due episodi, avvenuti in aprile e agosto 2010 nelle province di Nimroz e Kunduz, la responsabilità di queste azioni è stata attribuita ai talebani, che però l’hanno respinta al mittente.

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