Addio a Paolo Morelli, voce degli Alunni del Sole. Firmò numerosi successi del pop melodico italiano

10 Ott 2013 16:48 - di Redazione

Se ne è andato troppo presto, Paolo Morelli, armoniosa voce del gruppo Alunni del Sole che nella prima metà degli anni Settanta scalava le classifiche dei dischi più venduti con le sue melodie poetiche, in controtendenza rispetto al repertorio arrabbiato e “impegnato” dell’epoca. È stato il fratello Bruno, chitarrista del gruppo, a trovarlo accasciato in macchina, a Roma, probabilmente stroncato da un infarto. Morelli, che aveva tagliato il traguardo dei 60 anni,  ha firmato canzoni che restano come tracce indelebili nell’immaginario degli italiani: tra queste Liù, che vinse il Festivalbar del 1978. Paolo Morelli è anche autore di successi come E mi manchi tanto, Concerto, ‘A canzuncella. La band, composta oltre che dai napoletani fratelli Morelli da Giulio Leofrigo (batteria) e Giampaolo Borra (basso), prende il nome dall’omonimo romanzo di Giuseppe Marotta.

Si fecero conoscere dal grande pubblico nel 1968 con il 45 giri L’Aquilone, seguito poi da Concerto, l’anno dopo, ispirato a Epitah dei King Crimson. Fu Renzo Arbore a farli conoscere invitandoli alla trasmissione Speciale per voi. L’esordio su 33 giri è del 1972 con Dov’era lei a quest’oraJenny e la bambola (1974) come anche il successivo Le maschere infuocate (1976) sono dischi diventati imprescindibili nel panorama della canzone melodica italiana, nei quali il gruppo raggiunge l’apice artistico. Il quinto album ‘A canzuncella (1977), prodotto da Gian Piero Reverberi, riscuote molto successo tra il pubblico, così come il successivo Liù (1978), primo disco per la Ricordi, col quale la ditta Morelli & C. vince il Festivalbar. Alla fine degli anni Settanta dal palco del Festivalbar, Morelli annunciò che avrebbe dato l’addio alle scene perché non si riconosceva più nel tipo di musica che si andava affermando, contrastante con la sua concezione del musicista come autore “poetico”. Il gruppo si sciolse nel 1983 per riformarsi poi negli anni Novanta.

 

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