Sinistra contro i Tg Rai, ma fa un autogol. Brunetta: «La faziosità in favore del Pd è certificata dall’Agcom»

14 Set 2013 18:43 - di Redazione

Lamentarsi a sproposito può diventare un boomerang. Chiedere informazioni ai parlamentari Pd in Commissione di Vigilanza Rai, che hanno citato a vanvera gli ultimi dati Agcom: «Basta guardare il dato riassuntivo dei tre telegiornali Rai per accorgersi che nelle loro edizioni principali il tempo di parola del Pdl è del 41% contro il 36% del Pd», hanno denunciato in una nota Michele Anzaldi e Gero Grassi. Ma si tratta di un vero e proprio boomerang, visto che Renato Brunetta ha risposto sciorinando i dati effettivi.  «I colleghi democratici in Commissione di Vigilanza Rai, Anzaldi e Grassi, forse distratti dall’incombere del week end o dalle troppe ferie fatte nelle ultime settimane, non hanno studiato e letto con attenzione i dati che con estrema superficialità riportano in uno stringato comunicato stampa». «se avessero analizzato con maggior dedizione le schede dell’Agcom – replica il presidente dei deputati del Pdl,  -, relative al tempo di parola dei Tg della Rai nel mese di Agosto, avrebbe scoperto, loro malgrado, che in tutte le edizioni dei telegiornali del servizio pubblico il Partito democratico può vantare una presenza del 41,50%, contro il 39,52% del Popolo della libertà».

A sostegno della tesi, Brunetta ha aggiunto altri dati dei mesi precedenti: «Sempre grazie ai dati Agcom, relativi al tempo di parola di tutte le edizioni dei Tg della Rai, ecco la classica scoperta dell’acqua calda: la sinistra impera incontrastata, la Rai conferma la sua faziosità. Nel mese di marzo 2013 Partito democratico 39,94%, Popolo della libertà 25,93%; nel mese di aprile Pd al 45,79%, Pdl al 21,70%; nel mese di maggio Pd al 40,92%, Pdl al 30,69%; nel mese di giugno Pd al 36,23%, Pdl al 30,66%; nel mese di luglio Pd al 36,87%, Pdl al 28,22%. Per gli ineffabili Anzalzi e Grassi un effetto boomerang, causato da un furbo tentativo di leggere le carte agostane in modo grossolanamente approssimativo».

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