S’è concluso il lavoro dei “saggi”: si profila la fine del bicameralismo

17 Set 2013 21:34 - di Redazione

«Missione compiuta»: così Gaetano Quagliariello annuncia la conclusione del lavoro del Comitato dei “saggi” per la riforma. Il ministro e il coordinatore del Comitato Luciano Violante hanno    consegnato al premier Letta  la relazione che è frutto del lavoro dei giuristi e dei costituzionalisti. Le parti principali della relazione riguardano la fine del bicameralismo perfetto (con la conseguente revisione dei poteri spettanti, rispettivamente, a Camera e Senato) e i maggiori poteri del premier, che avrebbe la facoltà di nominare e revocare  i ministri nonché quello di  sciogliere il Parlamento. Ma su quest’ultimo aspetto non c’è stata unità di vedute in seno al Comitato. «Lo sforzo – dice Quagliariello in conferenza stampa- non è stato trovare condivisione su ogni punto ma illustrare le varie soluzioni e le loro inevitabili connessioni, nella consapevolezza che la scelta politica dovrà essere fatta poi dal Parlamento con il Comitato dei 40, che dovrà agire in piena sovranità».

Dove invece c’è stato accordo è  sulla riduzione del numero dei parlamentari.  Nella relazione dei saggi si propone un taglio dei deputati da 630 a 450 e dei senatori da 310 a un numero variabile tra 150 e 200, a seconda dell’estensione della popolazione delle regioni. E per quanto riguarda i tempi? «Il Parlamento dovrebbe votare per metà dicembre» il ddl costituzionale per «la costituzione del Comitato dei 40. E quel Comitato potrebbe varare il testo» delle riforme della Carta «in modo che esso arrivi in Aula per la prima lettura prima dell’estate 2014».

Circa  la polemica sull’articolo 138  il ministro per le Riforme dichiara di non comprenderla  «perché le commissioni bicamerali per fare le riforme sono state immaginate da sempre, anche da Scalfaro, che non credo possa essere sospettato di non essere custode della Costituzione». Considerata la «riproporzionalizzazione della rappresentanza dei partiti nel Comitato dei 40» e la previsione di un referendum confermativo al termine del percorso, Quagliariello considerata infondato il conflitto politico di queste ultime settimane. «Se qualcuno me lo riesce a spiegare, sono due mesi che cerco una risposta e non la vedo».

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