Roma, ancora proteste contro la discarica. Il Pd finge di non sentire e gran parte della stampa tace

4 Set 2013 13:35 - di Franco Bianchini

Il rischio è quello di diventare il popolo dei “senza voce”, perché come al solito, quando sul banco degli imputati sale la sinistra, tutti si tappano occhi e orecchie. Per mesi (anzi, per anni) si sono sprecati fiumi di inchiostro per le proteste dei No-Tav, poi finite nelle violenze. Invece, per i cittadini romani che si oppongono alla discarica del Divino Amore poche righe e soprattutto il silenzio delle istituzioni. Comune, Regione e Ministero – tutti targati Pd – si girano dall’altra parte e non danno risposte. «Per l’ennesima volta le porte per noi restano chiuse», dichiara in una nota il presidio “No discarica” Divino Amore che fa sapere: «La scorsa notte abbiamo bloccato l’Ardeatina per esprimere il nostro dissenso poiché ci è negato farlo nelle sedi istituzionali. Abbiamo chiesto a gran voce di conoscere prima il luogo e l’orario della riunione di martedì e poi l’esito dell’incontro, ammesso ci sia stato. Ci siamo mobilitati in un sit in davanti al Ministero dell’Ambiente e neppure in quel frangente si sono degnati di darci una risposta. Anzi, prima ci hanno illuso facendo credere che la segreteria del ministro avrebbe ricevuto una piccola delegazione e poi ci hanno comunicato l’impossibilità a farlo. Insomma, questo atteggiamento del ministero ormai è diventato la consuetudine che dimostra come non ci sia nessuna disponibilità a un confronto civile».

«La scorsa notte – continua il presidio – abbiamo bloccato l’Ardeatina per esprimere il nostro dissenso poiché ci è negato farlo nelle sedi istituzionali, in reazione a queste posizioni sconsiderate, autoritarie e soprattutto antidemocratiche, visto che le istanze dei cittadini andrebbero sempre ascoltate. Sul balletto tra Comune, Regione, Ministero e il commissario Goffredo Sottile ancora nulla è dato a sapere. E questo, già di per sé, è un fatto gravissimo perché mette il luce una modalità subdola e ambigua che offende la democrazia e il diritto ad essere informati. Sottile – conclude il presidio – come previsto dal decreto di nomina, è tenuto a produrre piani, programmi e tabelle finanziarie rispetto alla sua azione. Ed è tenuto, altresì, a presentare una relazione mensile sullo stato di avanzamento delle attività svolte. Ci chiediamo se siano mai state presentate queste relazioni, che dovrebbe essere rese pubbliche e non secretate come tutto ciò che riguarda questa vicenda. Motivo per cui rinnoviamo le dimissioni di Sottile, per il quale il ministro che gli ha conferito l’incarico e Zingaretti, che afferma “per fortuna abbiamo il commissario”, dovrebbero porsi dei seri dubbi sul suo operato, a partire dal documento con il quale si giustifica la scelta del sito di Falcognana, unico di cui abbiamo certezza sulla sua inconsistenza e superficialità».

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