Prima i gelati e poi “abbasso il Re”. La giunta Pisapia continua a coprirsi di ridicolo

3 Set 2013 19:15 - di Antonella Ambrosioni

Se l’è presa con il gelato da passeggio dopo la mezzanotte, con Dolce e Gabbana, con gli stessi consiglieri del Pd («sono 22 incapaci»); dice che a Milano non servono la metro 4 e 5. Ora ha dichiarato guerra nientemeno che al padre della Patria, a Vittorio Emanuele. Stiamo parlando dell’ormai (tristemente) noto assessore al Commercio di Milano, Franco D’Alfonso, che ne tira fuori un’altra. «Ci sono 5 luoghi importanti a livello toponomastico: piazza Duomo, corso Vittorio Emanuele, Galleria, piazza della Scala e via Montenapoleone e tre di questi hanno un nome di re: io dico ripensiamoci». Ancora una volta lascia di sale e si fa insultare via web come nelle precedenti occasioni. La furia antimonarchica è la nuova inutile «fesseria di un personaggio che è tutto un programma, che si commenta da sé», ci dice Riccardo De Corato, consigliere comunale del Pdl e già vicesindaco. Si è fatto prendere in giro da tutto il mondo con le sue uscite, «ma il sindaco Pisapia lo protegge solo in quanto è il suo braccio destro fin dalla campagna elettorale. L’assessore alla cultura Boeri, per esempio, è stato mandato via per molto meno senza troppi complimenti: era stato capolista del Pd e il più votato a Milano ed evidentemente faceva ombra al sindaco “arancione”. Forse gli sfugge il particolare che Vittorio Emanuele ha strade e vie in tutta Italia perché è il re dell’unità d’Italia. Persino dai leghisti non sono mai arrivati a tanto….», ironizza l’esponente del Pdl. Tutto questo fa capire nelle mani di chi stia Milano. «La città più commerciale d’Italia meriterebbe un assessore che si occupasse veramente di  commercio e non di altre amenità. Milano è da nove mesi che non riesce a chiudere il bilancio, i cittadini sono continuamente stritolati da prelievi di proporzioni mai viste prima di Pisapia, può bastare?», si chiede De Corato.

Stravolgere la storia e sradicare i fondamenti anche toponomastici, culturali e religiosi dei luoghi ricorda la furia giacobina, poi tristemente accolta dai regimi comunisti, che con il cambio dei nomi delle città e delle vie intendevano recidere i legami con la cultura profonda dei luoghi e rifondare una nuova era. Ma qui l’analisi non è così sofisticata, dice il consigliere del Pdl, Marco Osnato: «Penso proprio che D’Alfonso si sia voluto ritagliare il ruolo di “utile idiota” della giunta Pisapia. Tira fuori queste idee balzane per alzare polveroni di polemiche e distogliere l’attenzione dai veri problemi che il sindaco e i suoi non riescono a risolvere». Oggi è il bilancio, ieri la storia che le metro non servono… «Purtroppo – commenta – non sono solo idiozie ingiustificabili nel merito, ma sono parte integrante del suo ruolo di “guastatore” con cui spera di coprire le lacune del governo della città. Una città in grande difficoltà, anche grazie al suo assessore al Commercio…».

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