Nel Pd tutti dicono di stare con Letta. Ma i renziani scalpitano ed Epifani fa già campagna elettorale usando lo spread

30 Set 2013 9:41 - di Redazione

E ora che succede nel Pd? Guglielmo Epifani, intervistato da Lucia Annunziata su Raitre, dice che al partito non interessano governicchi: “Vogliamo lavorare per il Paese. Se ci riusciamo bene, altrimenti la parola torna ai cittadini…”. Già, ma con quale legge elettorale? E con quale candidato premier? Sono interrogativi che serpeggiano in un Pd nervoso e, ancora una volta, tutto teso a studiare le mosse dell’avversario per poterne approfittare, non avendo il consenso sufficiente per pensare di poter condurre alla vittoria sicura un’alleanza di centrosinistra. E non è solo il dovere di sostenere gli sforzi di Napolitano e del premier Letta a trattenere i democratici dalla tentazione di invocare il ritorno alle urne: ci sono di mezzo anche i mal di pancia dei renziani, che hanno già detto in tutte le lingue che il congresso va celebrato lo stesso anche se si apre una crisi  di governo. L’8 dicembre ci saranno le primarie, ma sull’appuntamento pesa non poco lo spettro di un duello tra Matteo Renzi e Enrico Letta. E in questo clima di fibrillazione e di nervosismo ne approfitta anche Bersani per prendersi la sua rivincita e sottolineare che lui l’aveva sempre trovata irrealistica l’alleanza Pd-Pdl anche se poi Enrico Letta aveva fatto del suo meglio. Tutti con letta, dunque, almeno fino a quando non si saprà come andrà a finire la “conta” che si apre mercoledì in Parlamento. E così anche l’areadem (Franceschini e Fassino) che doveva tirare la volata a Renzi, alla convention di Cortona fa quadrato attorno al premier Letta: la parola d’ordine è la stessa del Quirinale, puntare alla stabilità. Ma il balzo odierno dello spread a 288 punti viene subito preso a pretesto da Epifani per lanciare accuse come se l’Italia fosse già in campagna elettorale: “Il centrodestra – dice – sta facendo saltare in aria il Paese”.

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