Montesilvano, il sindaco passa dai garage del sesso ai cartelli stradali antifascisti. Con la scusa del razzismo…

12 Set 2013 13:04 - di

C’era una volta il partito dei sindaci che poteva contare su personaggi del calibro di Massimo Cacciari e Sergio Cofferati. Con tutti i loro onesti difetti ma anche con qualche carta che ne assicurasse la competitività. Oggi i sindaci del Pd sono solo cognomi sconosciuti oscurati da Matteo Renzi. Nulla si muove sul territorio se non trovate ad effetto. In ciò è specializzato ad esempio Attilio Di Mattia, sindaco di Montesilvano (Pe) il quale, dopo la discussa idea dei “garage del sesso”, ne ha pensata un’altra per garantirsi un bel titoletto entusiasta sui giornali. Di Mattia vuole installare dei cartelli anti-razzismo nella sua cittadina per farne il primo Comune “derazzistizzato” d’Italia. Un neologismo orribile ma al servizio di una buona causa. Così, accanto ai comuni no-nucleare, no-Tav e no-ogm ci saranno anche quelli no-razzismo, con Montesilvano a fare da portabandiera. O almeno così sogna il nostro emulo di Martin Luther King.

Dunque questo sindaco creativo ha pensato bene di far disegnare un semplice cartello di divieto d’accesso, solo che nel cerchio rosso invece dell’auto o del cane o del camion ci sta un omino stilizzato che fa il saluto romano. Non è un’idea geniale? Va bene che gli stupidi, cioè i razzisti, si scelgono sempre atteggiamenti demonizzati per fare la faccia feroce (e quindi i saluti romani) ma qui si mischiano buoni propositi e propaganda politica ( e poi i fascisti non cantavano Faccetta nera?) con quella indigeribile dose di utopia che sempre le “anime belle” ostentano. Ma le anime belle, oltre a essere utopiste, sono anche fanatiche e il fanatismo va a braccetto con l’intolleranza (e anche con il semplicismo storiografico).

Così i razzisti di Montesilvano continueranno a risiedere a Montesilvano. I cartelli anti-saluti romani oltre che inutili, risulteranno sfacciatamente divisivi. E quando saranno installati qualcuno si prenderà la briga di danneggiarli così il solerte sindaco avrà ancora modo di atteggiarsi, da paladino dei diritti, a martire dell’antifascismo. Che commedia…

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