Marino “frena” sull’emergenza spazzatura a Roma: «Non faccio miracoli, servirà qualche mese»

27 Set 2013 11:03 - di Priscilla Del Ninno

«Roma non fu fatta in un solo giorno», recita un vecchio adagio. E il sindaco Marino, di provenienza ligure, ma che non perde occasione di dichiararsi ormai naturalizzato romano e romanista, sembra averlo preso alla lettera. Così, incurante di un altro celebre motto latino, che esorta chiaramente a un ordine incontrovertibile delle priorità, «primum vivere, deinde filosofare», dopo aver messo in agenda tra le necessità imminenti del suo mandato pedonalizzazioni, piste ciclabili e rastrelliere, si ritrova a fare i conti con l’emergenza rifiuti, che attanaglia principalmente i quartieri periferici romani. La città eterna rischia di fare la fine di Napoli? Gli viene chiesto nel corso di un’intervista a Radio Capital, e lui, piccato, replica: «Assolutamente no». E per scongiurare temuti raffronti e scomode recriminazioni, aggiunge: «Non sono passate moltissime settimane da quando sono diventato sindaco. Nessuno, neanche i romani, pretendono che un problema che è lì da diversi anni sia sanato in pochi giorni. Noi lo risolveremo in qualche mese». E allora, tanto per rimanere nel confine della similitudine partenopea, è vero che i napoletani sono stati per anni tra detriti e rovine dopo il terremoto dell’Irpina del 1980, ma in questo caso stiamo parlando di rifiuti da raccogliere e di spazzatura da smaltire, non di macerie da rimuovere o di quartieri cittadini da ricostruire. Così, tanto per mostrare un minimo di sollecitudine, il primo cittadino ai microfoni di Radio Capital aggiunge: «Durante il mese di agosto ho avviato tutte le procedure per avere la possibilità di destinare temporaneamente i rifiuti della nostra città in altre regioni, dove questi vengono utilizzati come una occasione per creare energia. Abbiamo anche attivato uno studio molto accurato per una soluzione definitiva che guardi ai rifiuti come un’opportunità, e non come un’emergenza». Un approccio teorico sostenuto dal sindaco chirurgo che, forse per deontologia professionale, non perde occasione di dichiarare di avere “a cuore” la città, salvo però nei fatti rallentarne il ritmo pulsante della risoluzione di problemi quotidiani e contingenti. Tanto che, sull’emergenza rifiuti ribadisce l’intenzione di «guardare a soluzioni valide anche per il 2030 e 2040, quando non sarò più sindaco da alcuni decenni». A quando, allora, la proposta enciclopedica sulla fine dei lavori della Metro C, opera infrastrutturale di cui Marino intanto ostenta il riavvio con un «vero contratto», indicando addirittura una «data certa»: «il 30 giugno 2015 – ha dichiarato il sindaco nell’intervista radiofonica – le persone devono poter salire nella metropolitana nella stazione San Giovanni». Nel frattempo possono pur sempre spostarsi in bici, anche se facendo lo slalom tra i rifiuti…

 

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