L’orrore della porta accanto. A La Spezia violentata una bimba di tre anni: sospettato un quindicenne

11 Set 2013 12:32 - di Redazione

Non c’è fine all’orrore. Un orrore che ormai quotidianamente occulta le sue declinazioni mostruose in un’apparente normalità. E così, i fatti di cronaca elevano esponenzialmente il livello di sgomento che suscitano nell’opinione pubblica: l’ultimo caso, registrato qualche giorno fa a La Spezia, riguarda, allora, la sconcertante vicenda dello stupro di una bambina di appena tre anni. Sull’accaduto, dai contorni ancora poco chiari, sta indagando la squadra mobile della cittadina ligure, coordinata dalla procura del tribunale dei minori di Genova, cha sta cercando di tutelare nel riserbo più assoluto i protagonisti al centro di questo drammatico episodio. Dai primi accertamenti, sembrerebbe che la piccola, lasciata dalla madre – una giovane straniera –  per il tempo di una breve passeggiata, in custodia al figlio quindicenne di un’amica, sua connazionale, che sarebbe uscita con lei, al rientro delle donne sarebbe stata trovata in lacrime, in preda ai dolori. La mamma, dopo aver chiamato l’assistente sociale che la segue da tempo, porta subito la piccola in ospedale, al Sant’Andrea. Al pronto soccorso i medici visitano la bimba e pronunciano un referto che non dà adito a dubbi: le lesioni e i segni sul corpicino della piccola testimoniano che la bambina ha subìto violenza sessuale. Alla polizia spezzina che indaga sul caso in cerca di riscontri, la madre della vittima avrebbe detto che ad abusare della propria figlia potrebbe essere stato qualcuno a lei vicino, che avrebbe tradito la sua fiducia. Dunque il ragazzino di 15 anni a cui era stata affidata la bimba sarebbe il principale sospettato. Gli inquirenti stanno lavorando incessantemente per accertare che il colpevole della violenza sulla bambina sia effettivamente il ragazzino, ed eventualmente escludere che nell’abitazione, nel lasso di tempo in questione, non ci fosse anche qualcun altro. Intanto la piccola è ancora sotto osservazione in ospedale: i segni della ferita infertale difficilmente si cicatrizzeranno. E il virus della paura che il mostro sia il vicino della porta accanto; che il volto dell’orrore possa nascondersi dietro la maschera del più affidabile degli amici o dei conoscenti; schermarsi dietro il sorriso delle più rassicuranti figure di riferimento della nostra quotidianità, si endemizza e si conclama nella cronaca quotidiana.

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