La Kyenge diventa colomba: «Servono scelte condivise». Allora cominci a cancellare le sue proposte…

30 Set 2013 17:55 - di Gabriele Farro

«In questo momento serve stabilità, ma soprattutto servono scelte chiare e condivise, che ci permettano di portare il nostro Paese in sicurezza nei conti pubblici e dove le forze politiche siano in grado di darsi nuove regole, a partire dalla riforma della legge elettorale». A parlare non è Giorgio Napolitano, che innumerevoli volte ha lanciato appelli all’unità di intenti e alla coesione politica. Non è il ministro dell’Economia, che ormai vive in simbiosi con una calcolatrice tascabile. Non sono neppure le cosiddette “colombe” del centrodestra e del centrosinistra, che anche in queste ore sottolineano l’esigenza di un percorso che porti ossigeno all’economia italiana. Men che meno sono i referendari, sempre pronti a proporre quesiti per cambiare il Porcellum. Niente di tutto ciò. A parlare così, in tono solenne, è lei in persona, il “ministro della discordia” Cécile Kyenge. Sembra un paradosso, ma stavolta dal cilindro ha tirato fuori l’invito al “volemose tutti bene”, «deputati e senatori pensino al bene comune superando gli interessi di ogni singola parte politica». Un appello di buon senso, ma che arriva proprio dal personaggio (ormai è una vip, vista la visibilità mediatica di cui gode) che maggiormente ha diviso gli italiani negli ultimi mesi. La “ministra” dovrebbe quantomeno recitare il mea culpa – così come hanno fatto tutti coloro che l’hanno presa di mira in modo indecoroso – per aver lanciato proposte che hanno creato solo tensione, finendo per spaccare ulteriormente l’opinione pubblica: è stata la Kyenge, infatti, in compagnia della Boldrini, a “sognare” l’immigrazione libera e gratuita, porte aperte a tutti, niente reato di clandestinità. E l’ha fatto proprio quando è iniziato il fenomeno degli sbarchi continui sulle nostre coste (e la tragedia di queste ore dovrebbe imporre una riflessione). Ed è stata lei, incautamente, ad appoggiare – per poi rettificare con un timido dietrofront – la folle proposta di cancellare le parole “padre” e “madre” dai moduli d’iscrizione scolastica per sostituirle con “genitore 1” e “genitore 2”, per eliminare disuguaglianze con le coppie gay. Fa quindi piacere che sia la Kyenge ora a parlare di coesione politica perché serve un attimo di responsabilità da parte di tutti. La “ministra” contribuisca facendo anche lei un passo importante: cancellare tutte le proposte irricevibili che ha portato avanti fino a oggi.

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