In quindicimila in piazza a Roma contro la discarica: «Marino e Zingaretti, non ci fermerete»

24 Set 2013 20:54 - di Franco Bianchini

Hanno sfilato nel centro di Roma, da piazza della Repubblica a piazza SS.Apostoli per dire no alla discarica della Falcognana, indicata per ricevere parte dei rifiuti trattati della Capitale dopo la chiusura di Malagrotta. Erano quindicimila i manifestanti, c’erano tante famiglie, anziani, bambini, c’era chi esponeva striscioni, chi indossava mascherine e persino chi trasportava un crocifisso per indicare che «stanno crocifiggendo anche la Madonna del Divino Amore». La manifestazione era aperta da un camion con un fantoccio, che «si chiama Erminio – ha spiegato una manifestante – ha subìto gli effetti della discarica ed ecco come è ridotto…». Tra i tanti cartelli esposti, uno aveva le tre fotografie del prefetto commissario Goffredo Sottile, del governatore del Lazio Nicola Zingaretti e del sindaco di Roma Ignazio Marino e accanto c’era scritto: «Marino-Zingaretti-Sottile, trio monnezza». I più piccini “marciavano” con le mascherine sul volto, dietro lo striscione: “Mamma, papà voi potete fermarli! Per la mia vita”. «Resisteremo fino in fondo. Il 30 settembre abbiamo organizzato la manifestazione “In diecimila contro la nuova Malagrotta”. Faremo una veglia riuniti al presidio», annuncia Alessandro Lepidini del presidio. E Stefano Ambrosetti (Cuore Tricolore) gli fa eco: «Se non cambierà nulla il 30 settembre bloccheremo tutta l’Ardeatina e non faremo passare nessuno». Su via dei Fori Imperiali, sotto al Campidoglio il corteo si è fermato per intonare cori: «La monnezza non la voglio, te la porto al Campidoglio», «Sottile, la monnezza nel tuo cortile» e «buffone» rivolto al sindaco. Pina, un’abitante di Castel di Leva, ha detto: «Questa manifestazione è stata la risposta più civile che si potesse dare dopo cinquanta giorni di non ascolto dei cittadini. È ora che le istituzioni ci ascoltino. A Castel di Leva oggi le serrande dei negozi erano tutte chiuse per partecipare al corteo». Adriano, un altro manifestante, con in braccio la figlia di soli tre mesi, ha spiegato: «Una discarica è un pericolo per la salute di tutti e io mi preoccupo soprattutto per mia figlia». E il fatto che il sito dovrà accogliere solo una parte di rifiuti trattati non lo rassicura: «Siamo in Italia, non ci fidiamo. Tra due anni, quando si dice che la discarica chiuderà, ci aspettiamo ordinanze che la prolunghino e la allarghino di anno in anno, come successo per Malagrotta». Arrivati a destinazione, i partecipanti si sono riuniti in assemblea. Ma nel frattempo c’era già chi annunciava le prossime mosse: «Lunedì protesteremo alla Regione, il 28 un altro corteo all’Eur e il 30 saremo tantissimi a Falcognana – aggiungeva Ambrosetti – oggi noi abbiamo dato un segnale di civiltà, adesso voi fate quel passo indietro che ci dovete».

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