Il Papa: «La famiglia nasce dall’unione di un uomo e una donna, lo dice anche la Costituzione»

12 Set 2013 17:29 - di Valerio Pugi

«Come Chiesa offriamo una concezione della famiglia, che è quella del Libro della Genesi, dell’unità nella differenza tra uomo e donna, e della sua fecondità. In questa realtà, inoltre, riconosciamo un bene per tutti, la prima società naturale, come recepito anche nella Costituzione della repubblica italiana». Lo ha detto Papa Francesco nel messaggio al cardinale Angelo Bagnasco per l’apertura a Torino della 47/a Settimana sociale dei cattolici italiani. «Le conseguenze, positive o negative, delle scelte di carattere culturale, anzitutto, e politico, riguardanti la famiglia – ha proseguito il Santo Padre – toccano i diversi ambiti della vita di una società e di un Paese: dal problema demografico (che è grave per tutto il continente europeo e in modo particolare per l’Italia) alle altre questioni relative al lavoro e all’economia in generale, alla crescita dei figli, fino a quelle che riguardano la stessa visione antropologica che è alla base della nostra civiltà. Possa questa Settimana sociale contribuire in modo efficace a mettere in evidenza il legame che unisce il bene comune alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio, al di là di pregiudizi e ideologie. Vogliamo riaffermare – ha continuato il Papa – che la famiglia così intesa», cioè fondata sull’unione uomo-donna e sulla sua fecondità, «rimane il primo e principale soggetto costruttore della società e di un’economia a misura d’uomo, e come tale merita di essere fattivamente sostenuta. La famiglia è scuola privilegiata di generosità, di condivisione, di responsabilità, scuola che educa a superare una certa mentalità individualistica che si è fatta strada nelle nostre società». Secondo il Pontefice, «sostenere e promuovere le famiglie, valorizzandone il ruolo fondamentale e centrale, è operare per uno sviluppo equo e solidale». Ma nel suo messaggio il Papa ha invitato a «non dimenticare la sofferenza» dovuta «ai conflitti interni alle famiglie stesse, ai fallimenti dell’esperienza coniugale e familiare, alla violenza che purtroppo si annida e fa danni anche all’interno delle nostre case. Non possiamo ignorare la sofferenza di tante famiglie, dovuta alla mancanza di lavoro, al problema della casa, alla impossibilità pratica di attuare liberamente le proprie scelte educative; la sofferenza dovuta anche ai conflitti interni alle famiglie stesse, ai fallimenti dell’esperienza coniugale e familiare, alla violenza che purtroppo si annida e fa danni anche all’interno delle nostre case. A tutti – ha concluso – dobbiamo e vogliamo essere particolarmente vicini, con rispetto e con vero senso di fraternità e di solidarietà».

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