Guerra e pace: il tramonto del popolo arcobaleno che lascia il posto al popolo di Francesco

6 Set 2013 10:28 - di Redattore 54

Che fine ha fatto il movimento pacifista, quello che portò un milione di bandiere arcobaleno sui balconi degli italiani nel 2002 contro la guerra in Afghanistan e in Iraq? Oggi è del tutto spiazzato dall’iniziativa pastorale e diplomatica di Papa Francesco. E se dieci anni fa erano i disobbedienti a reclutare le truppe pacifiste oggi sono le cattedrali e le parrocchie che indicono per la giornata di domani veglie e preghiere per supportare l’appello alla pace di Bergoglio. Dal Sud al Nord d’Italia è un profluvio di iniziative, come riferisce il quotidiano Avvenire. Dal pacifismo arrabbiato e laicista si passa al pacifismo francescano e esistenzialista, grazie a una figura carismatica come quella del Pontefice, laddove i pacifisti arcobaleno potevano vantare al massimo figure banali come Casarini e Agnoletto. Anzi l’antiamericanismo di sinistra appare persino superato da quello dell’estrema destra che si è scelto Vladimir Putin come paladino contro l’espansionismo del gendarme a stelle e strisce.

Che via sia consapevolezza di questa decadenza del movimento per la pace egemonizzato dalla sinistra lo dimostrano le parole di Cecilia Strada, che ieri sera era ospite negli studi de La7 della trasmissione In Onda condotta da Luca Telese.  La figlia di Gino Strada lo ha confessato candidamente: i pacifisti anti-Usa del 2002 facevano riferimento alla sinistra, ma quella di oggi non è più sinistra, quindi il tempo dei grandi cortei è finito. Le piazze restano desolatamente vuote, le chiese spalancano le porte. La sinistra è costretta a fare i conti con il suo arretramento: ha perso anche l’egemonia su una parola d’ordine che sembrava appartenergli di diritto. Solo che nel 2002 c’era Bush, oggi c’è Obama, il presidente nero che doveva riscattare l’America degli emarginati e che adesso scopriamo supporter dei bombardamenti chirurgici. E ancora, oggi c’è un premier del Pd che può spingersi al massimo a dire che senza il placet dell’Onu l’Italia alla guerra contro Damasco non ci va. Il che non è proprio il massimo per i palati che erano abituati alle tirate di Bertinotti sulla Costituzione che ripudia la guerra. E infine, i reduci del movimento per la pace del 2002 sanno benissimo che la sinistra non li sceglierà mai come interlocutori privilegiati, perché il tempo in cui potevano rappresentare un valore aggiunto è definitivamente tramontato. Oggi va di moda il lodo Violante, altro che le bandiere arcobaleno. Devono accontentarsi di Nichi Vendola, altro leader ormai un po’ bollito.

Ci prova lo stesso la Cigl di Susanna Camusso a rinverdire i fasti delle parate arcobaleno, invitando sull’Unità il popolo di sinistra ad esporre le bandiere della pace alle finestre per far tacere la “voce delle armi”. Ma l’appello suona anacronistico e “datato” nel momento in cui un’altra voce, non ideologica ma religiosa, non di parte ma universale, richiama i grandi della terra alle ragioni del dialogo e della vita.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *