Ennesima “Maxxi gaffe” della Melandri: al convegno sull’hi-tech manca la connessione web…

27 Set 2013 13:09 - di Bianca Conte

Un flash di Dagospia rilancia in Rete i danni e le beffe del Maxxi e della Melandri che, tra turbolenze e bonaccia, ne è al timone da un anno. «Ennesima figuraccia della Melandrina», titola un flash del sito retroscenista, che prosegue riassumendo nel solo lancio della notizia come «il museo romano organizza un meraviglioso convegno con le migliori start up hi tech d’Italia, ma… ma… sgomento: quando i ragazzi presenti cercano di connettersi a Internet, scoprono drammaticamente che il museo non è dotato di wifi. Olé – conclude ironico Dagospia – viva l’Italia migliore». Buffo inconveniente: è un po’ come voler fare un caffè senza la miscela di chicchi… Nel carnet dell’iniziativa multimediale, dunque, una due giorni di showcase, incontri e conferenze (cominciata ieri), per perlustrare le nuove frontiere digitali alla ricerca di un futuribile contributo alla crescita economica e allo sviluppo sostenibile della nostra società informatizzata: al centro del viaggio intorno alla galassia tecnologica, e tema di questa edizione della rassegna, il “(Re) Design”. Ma il debutto tradisce defaillances di non poco conto… Se fosse accreditato il disguido annunciato da Dagospia, dunque, sarebbe cominciata con una falsa partenza la manifestazione che riunisce per la due giorni romana al Museo nazionale delle arti del XXI secolo, i più rinomati guru del pensiero tecnologico e i più sofisticati e preparati pionieri specializzati della scena internazionale chiamati a declinare tutte le dissertazioni e divagazioni possibili sul tema: dagli innesti tra internet e design alla Startup Competition, una sorta di confronto agonistico tra talenti in erba alle prese con la presentazione della propria idea di business da proporre ad una selezionata giuria di esperti. Tutto doveva essere pronto, o almeno sembrava così fosse – fino a prima della “mancata connessione” –  per indagare su magia digitale e prodigi virtuali di app di successo mondiale e di tech-company dal blasone internazionale. E invece… Inconvenienti del mestiere a cui la ex ministra del Pd Giovanna Melandri dovrebbe essere più che vaccinata, comunque, visto che dall’insediamento sull’ambita poltrona del Maxxi dall’ottobre 2012 ad oggi, ha sempre proceduto a corrente alternata tra consensi e gaffe. A partire dalla sua nomina, voluta dall’allora ministro dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi che, non senza polemiche legate alle accuse di lottizzazioni, sceglie la ex parlamentare democrat per la poltrona del Museo capitolino. Di lì a qualche mese, nel luglio 2013, viene reso noto dal Corriere della sera che, a partire dal mese di settembre, Giovanni Melandri percepirà – contrariamente all’annunciata gratuità ostentata all’atto della nomina, anche se condizionata a una data di scadenza, come un qualsiasi yogurt – uno stipendio come presidente del Maxxi. A seguire, solo per citarne alcune, la esotica scelta del cinese Hou Hanru come direttore artistico chiamato a coordinare l’offerta culturale del museo, per concludere con la rassegna con le migliori start up hi tech d’Italia, un evento sulle meraviglie della tecnologia inaugurata ieri senza Rete:.. di connessione e neppure di salvataggio…

 

 

 

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