Discarica al Divino Amore, cresce la protesta: “Imputati Marino e Zingaretti, alzatevi”

23 Set 2013 17:08 - di Giovanni Trotta

Non si fermano a Roma le proteste contro la discarica della Falcognana, definita “la nuova Malagrotta al Divino Amore”. In mattinata si è svolta una manifestazione di fronte al Consiglio regionale del Lazio contemporaneamente al consiglio straordinario sui rifiuti. Sulla maglietta di una manifestante è scritto “Difendiamo la nostra salute”. Un altra signora spiega: «Parlano sempre del Divino Amore che sta a 3 chilometri dalla discarica, ma ci sono le prime case a 320 metri. Ci sono mamme e bambini che abitano nella zona». Stefano Ambrosetti (associazione Cuore Tricolore) è giunto davanti alla Pisana portando simbolicamente un crocifisso, come già fatto al corteo di sabato. La protesta si è fatta sentire forte e chiaro con fischietti e trombette. Su di un cartello sono esposte le foto del sindaco Ignazio Marino, del governatore Nicola Zingaretti e del commissario Goffredo Sottile con la scritta “L’imbroglio di Falcognana”. Su di un altro le foto dei consiglieri di maggioranza insieme a quelle di Zingaretti e dell’assessore ai rifiuti Michele Civita con la scritta “La banda della discarica”. Ma non manca l’ottimismo, pur nella preoccupazione: «Resto fiducioso che la discarica della Falcognana non si farà. Magari un nuovo miracolo della Madonna del Divino Amore…», ha detto il parroco-rettore del Santuario della Madonna del Divino Amore Fernando Altieri, venuto anche lui in Consiglio regionale per la riunione straordinaria sui rifiuti. A suo parere «il dibattito di oggi dimostra che c’è una spaccatura in Regione sulla discarica. Se dovessimo stare all’odierno dibattito la discarica si farebbe, imposta dalla maggioranza del Consiglio. Invece, io sono convinto che prevarrà il lavoro che c’è alle spalle di questi dibattiti e, quindi, il buon senso». Se arrivassero i rifiuti trattati a Falcognana? «Sono sicuro che la lotta della gente sarà dura – continua – e noi saremo al loro fianco perché la Chiesa è sempre con i più deboli». Da parte sua il presidente della Regione cerca di minimizzare: «Basta mega discariche, ma smettiamola anche di agitare paure: non ci sarà mai una nuova Malagrotta, chi lo dice dice bugie per cavalcare il populismo. «Falcognana – continua – con le sue 300 tonnellate al giorno di materiale trattato, grazie al bando che l’Ama ha promosso per cercare soluzioni di recupero e smaltimento fuori dal Lazio, semplicemente aiuterà Roma a superare l’emergenza e avviare la chiusura della discarica più grande d’Europa, Malagrotta». E ancora: «Falcognana si prefigura come un piccolo sito di servizio». Intanto c’è anche chi non è del tutto convinto che Malagrotta chiuda veramente: il 30 settembre alle 21 i comitati della Valle Galeria hanno organizzato il “lucchetto day”. «Saremo di fronte alla discarica di Malagrotta e porteremo ognuno di noi un lucchetto per chiudere simbolicamente la discarica di Malagrotta», annuncia Alessandro Costantino Pacilli, del Comitato Liberi della Valle Galeria, venuto alla Pisana per assistere alla seduta: «Noi abbiamo il sospetto che dal 1° ottobre con la scusa della bonifica e della riqualificazione venga mascherata una proroga vera e propria. Sottile vorrebbe fare la copertura della discarica con la Fos (frazione organica stabilizzata, ndr) prodotta negli impianti del Colari. In pratica, non cambierebbe nulla rispetto alla situazione attuale».

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