De Magistris si consola con Higuain ma è l’unico a non vedere che Napoli è allo sbando

20 Set 2013 18:27 - di Luca Maurelli

Il colmo dei colmi, per un sindaco che fin da bambino tifava Inter, è doversi aggrappare alle vittorie del Napoli in Champion’s League e ai gol di Higuain per rispondere alle pesantissime accuse dell’altissimo Cardinale, anch’egli sempre in prima fila quando c’è da festeggiare i successi sportivi. Ma il calcio è un gioco mentre la realtà, a Napoli, è quasi sempre una guerra quotidiana di sopravvivenza alla pessima qualità della vita che De Magistris aveva promesso di migliorare con ricette strampalate: quelle che gli erano valse una sorprendente vittoria nelle urne con un mix di populismo, giustizialismo e grillismo della prima ora.

Solo due anni fa e mezzo fa il sindaco prometteva rivoluzioni civili, amministrative, svolte sui rifiuti, invasioni di turisti, piste ciclabili arancioni e pedonalizzazioni in stile Croisette. Oggi che perfino la Santa Chiesa, per voce dell’arcivescovo Crescenzo Sepe, parla di «una città al collasso”, Gigino ‘a manetta è costretto a difendersi con argomenti ancor più strampalati delle sue promesse. Come quello dei successi nel calcio, l’unico settore che in effetti a Napoli in questo periodo funziona, ma nel quale il sindaco non svolge alcun ruolo, se non quello di sedersi in tribuna (come tutti sanno, da interista) al fianco del presidente De Laurentis per fare passerella quando (spesso) si vince. Salvo poi litigare nelle segrete stanze del Comune quando c’è da cacciare un euro per sistemare quel catino fatiscente che risponde al nome di un santo, Paolo. «Non una polemica ma una mera sottolineatura di un punto di vista diverso sullo stato d’animo di Napoli», è la definizione che Luigi De Magistris ha dato di quelle frasi pronunciate dal cardinale nel giorno del miracolo di San Gennaro. «Napoli al collasso? Certo, è messa male -ha aggiunto – vive una grandissima crisi di cui è epicentro nazionale, ma la vedo viva nelle tantissime iniziative, dagli investimenti che arrivano, dai cantieri che si aprono e si chiudono, nello sport». Appunto, lo sport. Quello che lui pratica da due anni: il training autogeno, attività nella quale un soggetto, da solo, senza contradditorio, si ripete in maniera ossessiva che le cose vanno bene e che lui è bravo. Fino a procurarsi uno stiramento dell’ego, il muscolo della vanità, particolarmente sviluppato nei sindaci di sinistra.

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