Balotelli, dribbling riuscito alla Kyenge: resta a letto a dormire e salta l’incontro col ministro

9 Set 2013 11:49 - di Gloria Sabatini

Pelandrone,  sedotto nottetempo dal verbo leghista? O il solito irregolare? SuperMario Balotelli ha snobbato l’incontro con il ministro dell’Integrazione Cécile Kyenge in visita alla nazionale in ritiro a Torino. Il centroavanti più acclamato (e discusso) della squadra azzurra, simbolo vivente della lotta al razzismo, non ha sentito la sveglia ed è rimasto pigramente sotto le lenzuola mentre la Kyenge lo attendeva per una colazione nell’elegante sala del “Principe di Piemonte”La ministra glissa sullo schiaffo ricevuto: «Non era importante parlare ai singoli ma alla squadra». Ma l’assenza brucia  anche perché il ministro lo aveva scelto come testimonial ideale della crociata a favore dello ius soli, anche questa rifiuta da Mario che non vuole immischiarsi nella politica. E proprio a Torino, dove cantano più spesso quella canzone idiota che unisce in rima il suo cognome e presunti saltelli di morte – ha brillato per assenza. Salvo poi metterci una pezza nel pomeriggio, dopo essersi reso conto della gaffe, scrivendo alla ministra un sms di scuse. Eppure La Kyenge, non da oggi, “ha invaso” il campo per difendere quei giocatori (Balotelli in testa) “costretti” a tornare negli spogliatoi per le offese razziste subite dai tifosi («Bisogna guardare non solo il comportamento del calciatore, ma anche il clima in cui gioca, lo stress della prestazione a cui è sottoposto non è facile per nessuno lavorare in condizioni di difficoltà, sempre sotto attacco…»). Ma Balotelli non sembra interessato alla difesa ministeriale. Certo l’incontro era “facoltativo”,  “solo” una questione di cortesia e opportunità. Niente multa per superMario ma la federazione non ha gradito la gaffe («al ministro avrebbe fatto piacere», dice seccato Abete) e si precipitata a ribadire l’ufficiosità dell’appuntamento e a raccontare che il campione in occasione del match contro San Marino, a Bologna, le aveva donato la sua maglietta. L’assenza di Balotelli, non esattamente un campione di bon ton e buone maniere, si è fatta notare anche perché a salutare il ministro di buon mattino c’erano il presidente Abete, il commissario tecnico Prandelli con il suo staff al completo, e poi Buffon, Chiellini, Candreva, Maggio, El Shaarawy e Ogbonna. Papà egiziano il primo, genitori nigeriani il secondo, hanno omaggiato il ministro della propria maglia, mentre il capitano le ha consegnato sotto i flah dei fotografi la divisa numero uno autografata da tutti i giocatori. Mentre superMario ronfava.

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