Alla giunta del Senato voto rinviato. Letta ai ministri del Pdl: possiamo andare avanti

10 Set 2013 21:33 - di Redazione

La crisi di governo è sembrata sempre più vicina in una giornata piena di tensioni, nell’attesa che si riunisse nuovamente la giunta delle elezioni del Senato sul caso Berlusconi. Ma la situazione non precipiterà, o comunque non ancora: si tenta un’ultima mediazione in giunta derubricando le pregiudiziali poste dal relatore Andrea Augello a considerazioni “preliminari” (per le quali Augello ha chiesto voti separati). Un modo per evitare un secco respingimento, già stasera, delle proposte di rinvio che sarebbe suonato come una sconfessione politica di Berlusconi. Uno smacco cui il Pdl avrebbe reagito, come annunciato per tutta la giornata dallo stato maggiore del partito, rovesciando il tavolo delle larghe intese.

Hanno pesato, in queste ore di muro contro muro, le parole del presidente Napolitano: “Se noi non teniamo fermi questi pilastri della nostra convivenza nazionale tutto è a rischio”. Il capo dello Stato ha parlato a Barletta e il suo monito ha ridato fiato alla trattativa in corso. Nella tarda serata Enrico Letta ha incontrato i ministri del Pdl a Palazzo Chigi illustrando loro le ragioni per cui il governo, a suo avviso, può ancora andare avanti. Il premier ha anche incontrato il segretario del Pd Epifani. Colloqui dai quali è uscito con la convinzione che la strada di una mediazione è percorribile. Al contempo Letta ha ricordato anche come il costo di una crisi di governo sia altissimo: e a pagarlo sarebbe il Paese, in termini di stabilità finanziaria e impatto economico. Ciò non significa farsi logorare: “Siamo attrezzati per navigare in acque agitate, ma navigare, non galleggiare”, è la metafora usata nell’inner circle lettiano. Gli stessi ambienti spazzano via il campo da ipotesi che al momento “non sono in campo” e che comunque “non appartengono al modo di pensare di Letta”. Ciò significa che non esistono “piani B” o tentazioni di cercare in Aula altre maggioranza “pasticciate”.Al contempo Letta ricorda anche come il costo di una crisi di governo sia altissimo: e a pagarlo sarebbe il Paese, in termini di stabilità finanziaria e impatto economico. Ciò non significa farsi logorare: “Siamo attrezzati per navigare in acque agitate, ma navigare, non galleggiare”, è la metafora usata nell’inner circle lettiano. Gli stessi ambienti spazzano via il campo da ipotesi che al momento “non sono in campo” e che comunque “non appartengono al modo di pensare di Letta”.

La decisione di annullare l’incontro previsto per oggi tra Berlusconi e i parlamentari del Pdl viene letta come un segnale distensivo anche se gli occhi del Cavaliere restano puntati su quanto avviene alla giunta riunita a Sant’Ivo alla Sapienza: se l’organismo si trasformasse in un tribunale politico la fine del governo sarebbe decretata. E spetta al Pd, in queste ore, scegliere quale strada percorrere. In giunta prevale l’ipotesi di rinviare il voto. Sono i senatori del M5S a dare l’annuncio: “Il Pdl ha fatto slittare il voto”. C’è ancora tempo per mediare.

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