Al via il G20 a Pietroburgo. Letta incontra Putin. Van Rompuy: per la Siria solo soluzione politica, non militare

5 Set 2013 12:51 - di Redazione
Parte oggi a San Pietroburgo il vertice del G20, il primo a presidenza russa, che entrerà nel vivo nel pomeriggio, con la cerimonia ufficiale di benvenuto di Putin ai capi di Stato e di governo e a tutti i rappresentanti delle organizzazioni internazionali. Occhi puntati sulla Siria e il dilemma intervento-sì intervento-no dopo il via libera della commissione Esteri Usa  (con voto favorevole determinante del senatore John McCain che ha ottenuto un inasprimento del blitz militare) e il pressing della Casa Bianca sull’Europa, che condiziona l’intervento al il via libera dell’Onu. Smentita definitivamente la notizia di un incontro a tu per tu tra Obama e Putin che dimostra l’alta tensione fra le due superpotenze che non ha precedenti per questo tipo di vertice.  Per il presidente americano il summit è un’occasione strategica per  allargare il fronte interventista nei confronti di Assad. Dopo il voto in Commissione la Casa Bianca, per la prima volta, mette nero su bianco che tra gli obiettivi dell’intervento armato c’è anche «una strategia più ampia di rafforzamento dell’opposizione per accelerare una transizione politica in Siria».
L’inaugurazione del G20  è preceduta da una serie di bilaterali e seguìto dalla prima sessione di lavoro sui temi economici, dedicata alla situazione dell’economia globale, alla riforma finanziaria e alla questione fiscale. In serata tutti al Peterhof, la Versailles russa, per una cena di lavoro che sarà conclusa da uno spettacolo musicale sullo sfondo della cascata di fontane dell’ex residenza estiva degli zar. Enrico Letta ha incontrato Putin: il  presidente del Consiglio è stato l’unico europeo eletto per un faccia a faccia con il “padrone di casa”.  Letta non ha voluto fare commenti sulla crisi di governo incombente dicendo di volersi concentrare sugli obiettivi del summit. Il primo ministro britannico, il conservatore David Cameron, appena atterrato, fa sapere di non avere in programma un incontro bilaterale con il presidente degli Stati Uniti. Che invece incontrerà il presidente francese François Hollande, uno dei più convinti sostenitori dell’intervento militare in Siria. A sua volta, quest’ultimo avrà un colloquio con il premier turco Erdogan. Su Damasco l’Italia conferma la linea. «Comprendiamo le ragioni di Stati Uniti e Francia – dice il ministro degli Esteri Mauro – ma crediamo che in questo momento sia l’Onu il luogo deputato perché venga messa a punto una soluzione adeguata. E l’Italia ha l’autorevolezza per chiederlo in virtù del nostro impegno nel mondo a sostegno dell’azione di contenimento dei conflitti e della costruzione della democrazia».
A margine del G20 il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ha detto che “sulla Siria non c’è alcuna soluzione militare, esiste solo una soluzione politica”. Ha poi aggiunto che la Ue auspica la pubblicazione al più presto dei risultati degli ispettori Onu sull’uso di armi chimiche in Siria il 21 agosto scorso, almeno in una versione preliminare”.

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