Accade nello Yemen: venduta a 8 anni, muore dopo la prima notte di nozze

10 Set 2013 20:46 - di Redazione

Rawan, bambina yemenita, aveva otto anni. È stata data in sposa, anzi venduta, a un uomo di 40. Ed è morta per emorragia interna dopo la prima notte di nozze. La cronaca, senza aggettivi, basta a raccontare l’orrore di una violenza che si fa fatica anche a immaginare. Le autorità locali di Hardh, area tribale dello Yemen dove viveva la piccola, negano. Il giornalista freelance Mohammed Radman, che ha rivelato e denunciato, conferma. Confermano anche il Centro yemenita per i diritti umani, l’Unicef e le decine di siti, a partire dal Daily Mail, dove la storia continua a rimbalzare. Poco si sa della sposa bambina. E poco del marito assassino di origine saudita che non sarebbe neppure stato arrestato. Sembra invece che Rawan sia stata venduta dal patrigno – il padre naturale è deceduto – per 100 mila rial, poco più di 2000 euro, e che sia morta nella stanza di un albergo. Il comandante della stazione di polizia della provincia di Hardh si allinea agli standard locali, dove non è mai passata la legge che vieta il matrimonio alle bambine che hanno meno di 17 anni e alla fine degli anni ’90 fu abrogato il limite dei 15 anni, e ha dichiarato a Gulf News, giornale in inglese della regione del Golfo, che Rawan è viva, non ha subito violenze e non si è neppure sposata. Ma non è difficile credere che la vicenda sia vera, considerando che, secondo l’Unicef, il 14% delle piccole yemenite si sposa prima di aver compiuto i 15 anni e il 52% prima dei 18 anni. «Le conseguenze dei matrimoni infantili sono devastanti – denuncia Liesl Gerntholtz, di Human Rights Watch – e molte soffrono di problemi di salute cronica perché hanno troppi figli e troppo presto». E su Twitter in centinaia gridano in inglese, in francese, in arabo, rabbia e raccapriccio. L’unica possibilità, per le poche che hanno la forza di farlo, è scappare. Come ha fatto Nada al-Ahdal, che in un video postato su Youtube nel luglio scorso, aveva raccontato di essere fuggita da casa e di aver denunciato la sua famiglia che la voleva costringere a un matrimonio prematuro. Piuttosto che dire sì al matrimonio combinato “morirei”, diceva Nada, 11 anni, anche lei yemenita. E aggiungeva: «Molte bambine hanno deciso di gettarsi in mare e ora sono morte». Rawan non ha fatto in tempo neppure a fare questo.

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