A soli 16 mesi costretta a chiedere l’elemosina dai rom. E anche stavolta la sinistra tace

27 Set 2013 15:48 - di Antonio La Caria

Per non urtare le sensibilità della sinistra e del buonismo radical chic, la notizia viene riportata senza le parole vietate (“nomadi” e “zingari”). Ma in pochi la rilanciano sul web, pur essendo particolarmente delicata e utile a far riflettere quanti sottovalutano il fenomeno delle violenze rom. Ecco il fatto: utilizzavano la figlia di appena sedici mesi per chiedere l’elemosina. Due cittadini di nazionalità romena, marito e moglie di 28 e 23 anni che vivono tra Napoli e la provincia di Avellino, sono stati denunciati dagli agenti della Questura di Avellino. La bambina chiedeva denaro ai passanti sul centralissimo corso Vittorio Emanuele mentre i genitori erano appostati a poche decine di metri. Gli uomini della Squadra Volante dopo averli identificati, li hanno deferiti in stato di libertà all’autorità giudiziaria per impiego di minori nell’accattonaggio. Ma la tensione continua ad alzarsi in altre città, in particolare a Roma, dove un altro quartiere è in rivolta. “Magliana sfiancata da diossine e degrado”: questo lo striscione comparso sulla facciata del Campidoglio. A srotolarlo un gruppo di manifestanti: «Il nostro quartiere è devastato dal degrado dovuto per la maggior parte dalla presenza di accampamenti abusivi di Rom che oltre a occupare spazi verdi li devastano con rifiuti di ogni genere. Viviamo un vero e proprio allarme sociale con i cittadini esausti e pronti a gesti inconsulti. Non vogliamo che questo accada e per questo siamo sul tetto di Roma a portare il grido di dolore del nostro amato quartiere: vogliamo Magliana senza nomadi». Tutto questo per la sinistra è intolleranza, una parola utilizzata solo per criminalizzare chi invece subisce prevaricazioni. Meglio fermarsi e riflettere almeno davanti all’episodio della bambina di sedici mesi costretta a chiedere l’elemosina. Perché è inaccettabile e sarebbe grave chiudere un occhio.

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