Rocker Usa si infila la bandiera russa negli slip e urina su quella ucraina. Il Cremlino: «Idiota»

5 Ago 2013 20:12 - di Giovanni Trotta

La rock band americana comico-demenziale Bloodhound Gang ne ha fatta un’altra delle sue: è scoppiato uno scandalo internazionale che rischia di minare ulteriormente le già precarie relazioni tra Russia e Usa. In un concerto a Odessa, in Ucraina, il bassista della band, Jared Hasselhoff, ha pensato bene di infilarsi una bandiera russa nelle mutande facendole entrare dal davanti e uscire dal didietro, e poi l’ha lanciata al pubblico. Quella del rocker, non nuovo a queste discutibili performance, voleva essere probabilmente una delle solite provocazioni rivolta al leader del Cremlino, visto che durante il gesto dissacrante si è rivolto al pubblico ucraino dicendo «Non raccontatelo a Putin», ma le autorità russe non hanno assolutamente gradito la bravata e Mosca ha annunciato di aver aperto un’inchiesta sulla vicenda per vilipendio della bandiera. Da parte sua, Hasselhoff, esponente di una corrente “comica” dell’alternative rock, si è scusato sostenendo che è una tradizione della band che tutto ciò che finisce sul palco passi dalla mutande del bassista, ma le sue parole non hanno placato l’ira dei russi. Il ministro della Cultura, Vladimir Medinski, ha bollato i Bloodhound Gang come degli «idioti» e ha annunciato che la loro esibizione in un festival nella regione di Krasnodar è stata annullata. Ma a quanto pare la band rischia addirittura di non potersi più esibire in Russia. È stata dura anche la reazione dell’ambasciatore Usa in Russia Michael McFaul, che ha definito il gesto di Hasselhoff «disgustoso», ma questa condanna ufficiale potrebbe non essere sufficiente. I rapporti tra Mosca e Washington sono peggiorati recentemente e, dopo che la Russia ha concesso l’asilo temporaneo alla ”talpa” americana Edward Snowden accusata dagli Usa di spionaggio, si sono intensificate voci di stampa secondo cui Obama potrebbe annullare la sua visita a Mosca da Putin, prevista alla vigilia del vertice G20 a San Pietroburgo del 5-6 settembre. Il gesto del bassista 41enne dei Bloodhound Gang in questo contesto potrebbe essere un ulteriore colpo alla stabilità delle relazioni tra le due superpotenze e a preoccupare è forse soprattutto la reazione dell’opinione pubblica russa. Vedere la propria bandiera infilata nelle mutande di un rocker Usa ha infatti riacceso vecchi rancori da guerra fredda. Prima di lasciare la Russia in aereo dall’aeroporto di Anapa, i Bloodhound Gang sono stati bersaglio di un lancio di pomodori e uova e hanno rischiato di essere pestati dai cosiddetti cosacchi, un gruppo nazionalista paramilitare. Uno di questi avrebbe anche tentato di strangolare il bassista con una bandiera a stelle e strisce, poi fatta a pezzi davanti ai musicisti all’arrivo della polizia. Su Youtube intanto – dove è stato postato il video del gesto incriminato – si moltiplicano i commenti negativi (e a volte decisamente violenti) contro il bassista americano, che adesso ha anche un altro problema. Oltre a Mosca, anche Kiev ha infatti aperto un’indagine contro di lui. L’accusa è la stessa mossa dai russi: vilipendio della bandiera, ma i fatti a cui si riferisce il ministero dell’Interno di Kiev sono diversi. Secondo la polizia, Hasselhoff ha infatti oltraggiato la bandiera ucraina urinandovi in un concerto a Kiev il 30 luglio scorso. Anche di questo gesto è stato postato un video su Youtube.

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