Rifiuti, sulla discarica di Falcognana ora indaga l’antimafia: si va verso una proroga per Malagrotta

27 Ago 2013 19:54 - di Guglielmo Federici

Le ombre si infittiscono sulla discarica di Falcognana nei pressi del Divino Amore, oggetto di interrogazioni del Pdl e di sit-in permanenti da parte delle associazioni di cittadini. Contatti con la ‘ndrangheta e l’ombra di personaggi della malavita che si sarebbero avvalsi di società fiduciarie per coprire i loro guadagni: questo potrebbe racchiudere la discarica a cui dovrebbe essere affidato lo smaltimento dei rifiuti romani dopo la chiusura di Malagrotta. Dunque, Falcognana potrebbe rischiare lo stop. Ma stavolta a bloccarla potrebbe essere un’ “interdittiva antimafia”. Dalle prime indagini della Dda e della Guardia di Finanza emergono nomi che scatenano inquietudine e riferimenti alla malavita organizzata. Per gli investigatori ci sono da scoperchiare, nei prossimi sette giorni, tutti gli incastri della “matrioska” finanziaria della spa dei rifiuti di Falcognana. In diverse regioni la Guardia di Finanza sta scavando tra cifre e i nomi. Per ora l’attenzione è focalizzata su Nicola Femia, il boss ed esponente della ‘ndrangheta coinvolto in vicende giudiziarie su narcotraffico e mercato dei videopoker, che potrebbe aver aperto un mandato fiduciario dal 2008 e al 2010 con una delle società che compaiono nella proprietà di Falcognana. Sulla natura di questi contatti la Direzione distrettuale antimafia sta eseguendo una serie di accertamenti. In particolare, si stanno conducendo indagini in Emilia Romagna per capire che tipo di rapporti avesse Nicola Femia con quella società e se ne detiene azioni. Il sospetto è che Femia volesse coprire le quote di una delle sue società di videopoker, la Tecnoslot. E secondo fonti investigative il suo impero delle slot si estenderebbe dall’area romagnola fino alla Capitale. Le indagini delle Fiamme Gialle proseguono anche su altri nomi, componenti e detentori di ogni singola quota delle varie società. Nel mirino degli inquirenti, infatti, ci sarebbero più società. Insomma, per staccare il biglietto di Falcognana, serve il bollino di garanzia dell’Antimafia. Che al momento ancora non c’è. E se dalle indagini non dovesse ancora arrivare il nulla osta, potrebbe farsi strada l’ipotesi di una proroga su Malagrotta, la cui chiusura è prevista il 30 settembre, o di soluzioni alternative come il trasporto temporaneo dei rifiuti in altre regioni. Sul caso Falcognana,  si era allertato il Pdl romano e il capogruppo alla Camera Brunetta, promotore di varie interrogazioni. Sotto accusa tra l’altro la leggerezza con la quale le istituzioni coinvolte, Regione e Comune, hanno dato il loro benestare per l’idoneità della discarica di Falcognana.

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