L’Italia sfidata dalla Russia in una gara di carri armati, il “tank biathlon”. In palio… le commesse estere

6 Ago 2013 18:49 - di Giovanni Trotta

Dopo il decathlon e il triathlon delle Olimpiadi, ora l’Italia parteciperà a una competizione fra carri armati in Russia, che si chiama il tank biathlon. L’insolito annuncio è arrivato dal ministro della Difesa Mario Mauro al termine della ministeriale italo-russa a Villa Madama. «Siamo stati anche invitati a partecipare ad una gara di “tank biathlon”, vale a dire una gara di carri armati, che ovviamente cercheremo di vincere, in occasione delle celebrazioni per i 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale – ha detto Mauro, ricordando che la collaborazione tra i due Paesi riguarderà anche una serie di esercitazioni in cui parteciperanno militari delle diverse forze armate italiane e russe -. Basta pensare all’ultima volta che un carro armato italiano è stato in Russia, per capire quanta strada è stata fatta in questi 70 anni tra i due Paesi». La nuova disciplina sportiva è stata inventata in Russia nel giugno scorso, quando campionati di “biathlon tank” hanno avuto luogo in Cecenia e nel territorio di Stavropol, per la prima volta nella storia. Lo ha detto il colonnello Igor Gorbul, il capo servizio stampa del Distretto militare meridionale russo. «Consideriamo queste gare come un nuovo metodo di addestramento delle truppe e uno dei modi per verificare le competenze dei carristi richiesti per adempiere compiti di combattimento in condizioni di guerra moderna. Il percorso è lungo 8-10 chilometri. È dotato di ostacoli e un settore di ripresa, nonché da un giro di penalità di 500 metri». La gara è stata inventata come “vetrina” per i mezzi russi, che sono adottati dai Paesi non produttori, come ad esempio l’India. In questo senso vincere il biathlon potrebbe rappresentare un’ordinazione per le fabbriche dei carri armati più maneggevoli, robusti e veloci.

A quanto ha raccontato il colonnello Gorbul, l’equipaggio in gara deve sparare tre colpi dalla torretta per distruggere il bersaglio da una distanza di 1.800, 1.700 e 1.500 metri. Successivamente l’equipaggio deve distruggere obiettivi costituiti da ipotetici aggressori muniti di mine anticarro e lanciagranate, utilizzando la mitragliatrice coassiale da una distanza di 600 e 700 metri. La terza fase riguarda la neutralizzazione di una mitragliatrice anti-aerea, cannoni anticarro e lancia missili terra-terra da una distanza di 1200 metri. Poi l’equipaggio, dopo aver colpito tutti e tre gli obiettivi, corre al traguardo e vince chi arriva primo. Però attenzione: se uno degli obiettivi viene mancato, il carro armato dovrà effettuare un giro di penalizzazione di 500 metri. Nella fase finale, i carristi dovranno guidare attraverso aree dissetate e superare vari ostacoli. C’è una penalizzazione di dieci secondi ogni volta Aumenta il tempo totale di dieci secondi se il conducente abbatte o tocca un post o se non supera un ostacolo nella maniera dovuta. L’Italia dovrebbe gareggiare i suoi carri “Ariete”, che pesano 60 tonnellate e raggiungono la velocità di 65 chilometri orari. I russi risponderanno con i poderosi T-90, più leggeri dell’Ariete ma con una velocità di punta forse leggermente inferiore. La partita è dunque tutta da giocare e vinca (le commesse) il migliore.

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