La Boldrini non è né un’eroina né una santa. Piace alla piazza di Bologna solo perché è di Sel

2 Ago 2013 20:11 - di Girolamo Fragalà

Le cronache la descrivono come una specie di eroina, senza macchia e senza paura. Anzi, come una vera santa che è riuscita a fare il più difficile dei miracoli, alla “alzati e cammina”. Un po’ Giovanna D’Arco e un po’ madre Teresa di Calcutta. Dai resoconti mediatici della commemorazione della strage di Bologna la Boldrini sembra uscirne da gigante, essendo stata capace di ottenere quello che per decenni gli altri non hanno mai ottenuto: la pacificazione tra i manifestanti e le istituzioni. Si legge ovunque che lei, la presidentessa della Camera, ha affrontato con coraggio una delle piazze più temute dai politici italiani, ha fatto capire quanto l’aria sia cambiata, non ci sono più quegli esponenti del governo (di centrodestra, naturalmente) che fuggivano per evitare i fischi. I media vicini alla sinistra hanno finto stupore, si sono meravigliati di come lei sia riuscita a farsi applaudire, ma quant’è brava, ma quant’è intelligente, ma quant’è capace, ardimentosa, ardita, audace, decisa, forte, intrepida. Ha scelto di parlare al microfono, in piazza. A braccio –hanno raccontato le cronache – con parole dirette e al tempo stesso confidenziali («sono molto commossa»), si è rivolta alla gente andando al cuore del problema: la mancata individuazione dei mandanti della bomba. «Sono orgogliosa di essere qui», ha ribadito più volte tra gli applausi. E gli altri, i partecipanti, rimasti estasiati dalla sua presenza, hanno sottolineato come sia stata la «migliore scelta possibile». Quanta differenza col recente passato. Nessuno però ha sottolineato un piccolo particolare: da anni le manifestazioni a Bologna sono “politiche”, gestite dalla sinistra e non a caso viene contestato chiunque non sia dei “loro”. Se sul palco fosse salito un esponente del Pdl sarebbe scoppiato il putiferio e la stessa sorte, paradossalmente, sarebbe toccata a un esponente del Pd. Proprio per questo la Boldrini non è né una nuova Giovanna d’Arco né una nuova Teresa di Calcutta. È solo una pasionaria di Sel, vendoliana di ferro. E perciò piace alla piazza di Bologna.

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