Il ministro De Girolamo: «Ora tutti favoriscano il ritorno alla fiducia. Il made in Italy è in risalita»

30 Ago 2013 17:56 - di Redazione

«I dati dell’Istat sulla fiducia delle imprese sono la migliore notizia dopo l’abolizione dell’Imu e il sostegno a cassintegrati ed esodati. E in questo contesto fa piacere rilevare che la crescita delle esportazioni nell’agroalimentare conferma un trend estremamente positivo, con un aumento del 7 per cento registrato sempre dall’Istat nel primo semestre. Quindi nel 2013 supereremo il record di esportazioni, raggiungendo i 34 miliardi». È soddisfatta il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, che ha osservato tuttavia che, sempre a proposito dei dati Istat, «preoccupano quelli sulla disoccupazione, in particolare quella giovanile». In effetti i dati non sono incoraggianti. (Secondo l’Istituto di statistica la disoccupazione a luglio si ferma al 12%, invariata rispetto a giugno -0,033 punti percentuali, anche se resta in aumento su base annua, con un rialzo di 1,3 punti. Il tasso di disoccupazione giovanile è pari al 39,5% ovvero +0,4% mese e +4,3% anno. Crolla il numero degli occupati: sono diminuiti di 585mila unità rispetto a un anno prima -2,5% ma il calo si concentra nel Mezzogiorno -5,4%, pari a -335mila unità). Secondo il ministro «c’è anche l’obbligo di accelerare e portare in porto entro Natale risposte in tema di semplificazione e accesso al credito, che sono problemi reali che rendono complessa la vita degli imprenditori agricoli». «Mi auguro – ha continuato – di avere subito un confronto con le organizzazioni di categoria per stilare un calendario preciso delle azioni concrete da fare e per discutere insieme anche della Pac e conseguenti ricadute».  Ma per De Girolamo «la cosa più importante adesso è che tutti, davvero tutti favoriscano il ritorno della fiducia. Il premier Letta ancora una volta ha compreso perfettamente quale importanza possa avere, ai fini del ritorno della fiducia, la cancellazione di una tassa e l’immissione di liquidità immediata nel circuito virtuoso dei consumi. L’agricoltura non vuole giocare in difesa – ha concluso il ministro – ma trainare l’intero made in Italy sui mercati esteri. Il giudizio sul nostro operato, ancora una volta, sarà dettato dalle cose che faremo o non faremo nell’interesse pubblico».

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