Il capo del Dis: cauto ottimismo per Quirico, più complesso il sequestro Dall’Oglio

8 Ago 2013 18:26 - di Redazione

Il giornalista Domenico Quirico, inviato della “Stampa”, sarebbe in mano ad un gruppo riconducibile alla criminalità ordinaria siriana, con il quale sarebbero da tempo contatti in corso. Lo avrebbe riferito, secondo quanto appreso, il direttore del Dis (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza), Giampiero Massolo, al Copasir (Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica), precisando che le trattative sarebbero già avviate. Massolo avrebbe espresso “cauto ottimismo” per la sorte di Quirico. Più complessa la situazione riguardante padre Paolo Dall’Oglio, rapito in Siria da un gruppo jihadista che non ha ancora stabilito “contatti diretti” con i nostri servizi. Ricostruendo le tappe dei sequestri dei due nostri connazionali, Massolo avrebbe sottolineato che la vicenda di Quirico è meno complicata rispetto a quella di Dell’Oglio. L’inviato della “Stampa”, infatti, sarebbe in mano dal 9 aprile scorso ad un gruppo riconducibile alla criminalità ordinaria, con il quale ci sarebbero da tempo contatti. La trattativa per la sua liberazione, dunque, sarebbe già avviata e non ci sarebbe alcun interesse da parte dei sequestratori ad un peggioramento della situazione attuale. Diversa la vicenda del gesuita. I nostri servizi hanno ormai la certezza che Dell’Oglio è in mano ad una filiale locale di Al Qaeda, chiamata “Emirato di Tal al Abiad”, e il suo sequestro sarebbe legato all’attività che stava svolgendo in Siria. Al momento si sta dunque lavorando, anche con i servizi alleati e con gli 007 siriani, per stabilire un contatto diretto con il gruppo. Al Copasir Massolo avrebbe riferito che l’ultimo contatto con Dall’Oglio risale a sabato 27 luglio, quando il gesuita inviò una mail alla famiglia dalla città di Raqqa, nel nord della Siria. Il suo sequestro sarebbe dunque avvenuto tra domenica e lunedì, durante il viaggio verso una località sconosciuta lungo il fiume Eufrate. Secondo alcuni attivisti che lo hanno accompagnato in Siria dalla Turchia, in quel luogo Dell’Oglio avrebbe dovuto incontrare Abu Bakr al-Baghdadi, capo dello Stato islamico in Iraq e nel Levante, l’organizzazione di Al Qaida cui è collegato il Fronte al-Nusra, principale forza jihadista dell’insurrezione siriana. Secondo le stesse fonti, il gesuita doveva negoziare il rilascio di alcuni ostaggi e una tregua nei combattimenti in corso da settimane tra jihadisti e milizie curde.

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