I veneti? Lavoratori, non evasori (e perciò non amano la sinistra)

19 Ago 2013 16:08 - di Giovanni Trotta

Cade uno dei più diffusi luogocomunismi sul Veneto. La fotografia scattata per anni dalla sinistra (in quella regione vince Berlusconi perché è un popolo di evasori) viene smentita dai dati ufficiali.

Si dà infatti il caso che l’autorevole Sole-24 ore abbia pubblicato una classifica del rischio evasione in Italia dalla quale il Veneto esce “assolto con formula piena”. «Contro ogni stereotipo e luogo comune, la classifica sulla fedeltà fiscale testimonia che il Veneto non è affatto popolato da evasori ed elusori. Non si spiegherebbe altrimenti come ogni anno la Regione si presenti al cospetto dell’erario con un residuo fiscale attivo di 18 miliardi. Chiedo che i controlli vengano fatti d’ora in avanti alla luce di questi dati e di sperimentare rapidamente una tassa unica per le imprese non superiore al 35 per cento, con pene severissime per chi la evade: io candido il Veneto a zona test», ha immediatamente commentato il presidente della Regione, Luca Zaia, che ha proseguito: «I veneti insomma – secondo l’indagine – pagano al fisco molto più di altre zone dove l’economia sommersa la fa da padrona. A questo punto chiedo che i controlli vengano fatti sulla base di queste risultanze, senza pregiudizi di colpevolezza, e che semmai il fisco rafforzi la guardia in quelle zone dove è noto che quello di legalità è un concetto ancora un po’ troppo vago. È ora – aggiunge il governatore passando al contrattacco – di cominciare a riflettere seriamente su quanto ancora un sistema produttivo sano come quello veneto possa continuare a sopportare una pressione fiscale e contributiva che ormai di aggira intorno al 65 per cento (sovente anche di più) senza che una lira di quanto girato al fisco torni sul territorio in termini di sostegno alle imprese e al lavoro». Il presidente quindi lancia la sua proposta: «Si cominci a testare in tre regioni – una al Nord, una al Centro e una al Sud – una aliquota fissa sulle imprese intorno al 30-35, a garantire una tassazione senza sorprese a posteriori e ad applicare regole ferree contro gli evasori. E poi si veda dopo un anno o due quale conseguenze di sono avute sul gettito. Io credo – conclude Zaia – che avremmo grosse sorprese positive. Pagare meno per consentire a tutti di pagare non è soltanto un concetto dettato dal buon senso, ma può diventare anche una forte opportunità in termini di recupero di quell’evasione che, a fronte della peggior crisi del dopoguerra, in molti casi è diventata evasione di sopravvivenza. Come anche un tribunale, nei giorni scorsi, è arrivato a sentenziare».

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