Fassina non accetta la sconfitta e già pensa a come “vendicarsi”: inevitabile l’aumento dell’Iva

29 Ago 2013 14:54 - di Fulvio Carro

È stato il grande sconfitto, Stefano Fassina. Da viceministro dell’Economia le aveva tentate tutte pur di far rimanere l’imposta sulla prima casa, come tanti altri esponenti del Pd, pietrificati solo dall’idea che la cancellazione sarebbe stata letta come una vittoria di Berlusconi. E ora ecco il tentativo di rivalsa, una piccola vendetta: l’addio all’Imu, con la cancellazione per tutti di entrambe le rate dell’imposta rende ormai «irrimediabile» l’aumento dell’Iva previsto per il primo ottobre. Fassina lo scrive in un intervento sull’Huffington Post. «In una fase così difficile, dedicare un miliardo per eliminare l’Imu per meno del 10% degli immobili di maggior valore, ha sottratto preziose risorse a finanziare, ad esempio, il rinvio dell’aumento dell’Iva previsto, oramai irrimediabilmente grazie alla “vittoria” del Pdl per il primo ottobre. O per allentare il Patto di stabilità interno dei Comuni e rianimare i piccoli cantieri e l’attività di migliaia di imprese artigiane e relativi lavoratori». Parole inopportune, pronunciate per stizza e che finiscono solo per creare il caos. Immediate le reazioni. «Il viceministro Stefano Fassina, per amor di polemica e di ideologia, straparla. Non ci sarà alcun aumento dell’Iva da ottobre, come da accordi di maggioranza – afferma Renato Brunetta – aspettiamo smentite dal ministero dell’Economia e delle finanze. Questo modo di fare del viceministro Fassina non è accettabile, in quanto produce incertezza e confusione. Perché?», è la domanda che pone il presidente dei deputati del Pdl. A sua volta Maurizio Gasparri replica: «Capisco alcuni inconsolabili invidiosi sparsi a sinistra o in micropartitini vari. Fanno fatica ad ammettere la vittoria del Pdl sull’Imu, che sulla prima casa non si pagherà più. È stata la vittoria della determinazione e della coerenza di Berlusconi. La service tax non rimpiazza l’Imu, ma altri tributi dovuti agli enti locali. I contribuenti pagheranno meno. Si rassegnino i tassofili di centro di destra e di sinistra». Fassino compreso.

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