«Berlusconi è pronto ad andare in carcere, non vuole i domiciliari», rivela la Santanché

5 Ago 2013 18:00 - di Redazione

«Berlusconi non chiederà né gli arresti domiciliari, né la messa in prova, né l’affidamento ai servizi sociali. Berlusconi va in carcere, gli italiani devono sapere che si mette in carcere un uomo come Silvio Berlusconi», è la notizia che riferisce Daniela Santanché uscendo da palazzo Grazioli al termine del vertice del Pdl. Sarà vero? Berlusconi preferisce la galera ai domiciliari come testimonianza del proprio calvario giudiziario?  Di sicuro, al termine del vertice del Pdl a Palazzo Grazioli, il partito ha mostrato la massima unità intorno al suo leader: «Noi chiediamo la difesa della democrazia, non è cambiato nulla rispetto a ciò che abbiamo detto ieri, rispetto a ciò che ha detto Berlusconi», ha spiegato Maurizio Gasparri uscendo da palazzo Grazioli. «Noi siamo compattissimi» ha aggiunto il parlamentare Pdl rispondendo ai cronisti. E a chi gli chiedeva sull’incontro tra i capigruppo del partito e Napolitano a glissato: «Io non c’ero».

Proprio oggi, il capogruppo del Pdl al Senato, Renato Brunetta, aveva spiegato sul “Giornale” che forse una soluzione politica al caso-Berlusconi potrebbe arrivare dal lavoro dei saggi. «Sono il viatico per l’inizio di quella pacificazione di cui l’Italia ha bisogno e di cui il presidente si è fatto garante all’inizio del proprio secondo mandato». La legge Severino-Monti, sulla base della quale si dovrà decidere della decadenza di Berlusconi, secondo Brunetta “presenta forti dubbi di costituzionalità perché comporterebbe un’applicazione retroattiva di una legge sugli effetti di una condanna penale”. «Evitiamo una guerra per bande anche su questo punto – è l’auspicio – Dimostriamo tutti senso di responsabilità. Cogliamo l’occasione: ex malo, bonum».

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