Tramonta il mito di De Magistris. Anche per il “Corriere” il sindaco-Masaniello è stato un fallimento…

29 Lug 2013 18:48 - di

Si spegne definitivamente il mito di Luigi De Magistris. Il decadimento della sua azione politica si era già concretizzato nei continui rimpasti e nella cacciata di assessori che non avevano il piglio dello yes men. In meno di due anni il sindaco arancione per un motivo o per un altro ha perso dieci assessori su dodici. Nell’ultimo rimpasto di maggio erano usciti di scena Luigi De Falco che si era occupato di urbanistica, Marco Esposito, responsabile dello Sviluppo Economico, Antonella Di Nocera (Cultura e Spettacolo), Anna Donati (Mobilità, rimasta a «collaborare a titolo gratuito» come ha poi detto il sindaco) e Bernardino Tuccillo (Personale). Prima di loro avevano lasciato Giuseppe Narducci (Legalità), Riccardo Realfonzo (Bilancio) sollevato dall’incarico, mentre Alberto Lucarelli e Sergio D’Angelo, rispettivamente titolari delle deleghe ai Beni comuni e alle Politiche sociali, erano andati via dopo aver annunciato la candidatura alle elezioni politiche nelle liste di Rivoluzione civile. Ora “a breve” il sindaco prenderà una decisione sul futuro dell’assessore allo Sport Giuseppina Tommasielli che ha rimesso le deleghe dopo essere stata indagata per falso nell’ambito di un’indagine sull’annullamento di multe nella ztl.  Secondo l’ipotesi degli investigatori, avrebbe fatto togliere multe a una sorella e a un cognato facendo risultare falsamente che i due avevano un permesso per circolare all’interno dell’area. Quindi dieci assessori fuori. Ma c’è di più, tra i due rimasti c’è il vicesindaco Tommaso Sodano anche lui indagato per abuso nell’ambito di un’altra inchiesta relativa all’affidamento a una docente dell’università di Bergamo di un progetto per il bollino blu sulla qualità dell’aria.

Una situazione anomala che nei giorni scorsi ha spinto il capo dell’opposizione in consiglio comunale a Napoli, Gianni Lettieri, a lanciare al governo un appello «per mandare a casa immediatamente la giunta» per poi indire “velocemente” nuove elezioni. «Napoli è al collasso sociale, economico, ambientale e culturale – ha spiegato Lettieri – e l’attuale amministrazione comunale ha fallito su tutti i fronti». Ma non è solo l’opposizione a denuncire l’inadempienza di De Magistris. Un attacco frontale al sindaco è arrivato anche dal Corriere della Sera. In un fondo, Antonio Polito ha sparato a zero, infatti, contro De Magistris: «Nessuno poteva prevedere che la decapitazione politica del sindaco-Masaniello sarebbe stata allestita dalla Procura. Dai suoi ex colleghi e a colpi di codice penale…».  Questa guerra, ha scritto Polito,  «tra pm ed ex pm napoletani ha prodotto numerose inchieste che coinvolgono personalmente il sindaco. E l’indagato ha reagito proprio male. Più o meno come reagivano i suoi indagati. Accusando gli inquirenti di giustizia ad orologeria in un caso, di accanimento giudiziario in un altro, e di giustizia politica  in un altro ancora. Fino alla frase choc, che a dire il vero nemmeno Previti e Dell’Utri avevano mai osato pronunciare contro i loro giudici naturali: “Non mi farò condizionare né dalla camorra né dalla magistratura”». La verità, si legge ancora, «è che indipendentemente e prima delle inchieste la stella del sindaco che voleva “scassare tutto” era già tramontata nell’unico tribunale che può decidere la sorte di un eletto del popolo: nell’opinione pubblica».

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