Sanitopoli abruzzese: Del Turco condannato a nove anni e sei mesi

22 Lug 2013 14:42 - di Redazione

Condanna a 9 anni e 6 mesi in primo grado per l’ex governatore della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, su presunte tangenti nella sanità privata abruzzese, che il 14 luglio 2008 lo ha portato in carcere. Il pm aveva chiesto 12 anni. Per una gaffe del presidente del collegio giudicante, che aveva sbagliato a leggere la sentenza, inizialmente si era appreso che la condanna era “a nove anni e nove mesi”. La sentenza del tribunale di Pescara arriva cinque anni dopo l’arresto dell’allora presidente della Regione Abruzzo, oltre ad assessori, consiglieri regionali e manager pubblici e privati che il 14 luglio 2008 travolse la Giunta regionale, portando l’Abruzzo a elezioni anticipate. Sono 25 in totale le persone che dovranno essere giudicate per accuse che vanno dall’associazione per delinquere alla corruzione, all’abuso, alla concussione, al falso, alla truffa, al riciclaggio. Fra loro l’ex patron della casa di cura privata Villa Pini, Vincenzo Maria Angelini, “il grande accusatore”: dalle sue rivelazioni ebbe inizio la vicenda. Fu proprio l’ imprenditore, che nel processo è sia imputato (la richiesta del pm è di 3 anni) sia parte lesa (11 milioni di euro per danni morali la sua richiesta di risarcimento), a dichiarare ai magistrati di aver pagato tangenti per circa 15 milioni di euro, in cambio di agevolazioni, ad alcuni amministratori pubblici regionali di centrosinistra e di centrodestra.

E fu sempre Angelini a fare il nome di Del Turco come beneficiario di tangenti. Nella sua arringa difensiva, il legale di Del Turco aveva evidenziato la storia personale e pubblica del suo assistito: «Se fosse impazzito e avesse deciso di diventare un ladro l’avrebbe fatto per cambiare vita. Non c’è la traccia dei soldi e la vita non si è modificata nella sua notoria e leggendaria sobrietà e semplicità. Questo è già un dato imponente». Per la difesa dell’ex governatore dell’Abruzzo le accuse sono «il film di un calunniatore professionista», «un satrapo impazzito dal desiderio di denaro. Questa è una storia raccontata da chi doveva dare un senso alla spoliazione delle sue aziende con il prelievo di denaro contante».

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