Per risalire in popolarità cena-show di Hollande con i giornalisti

19 Lug 2013 19:33 - di Redazione

I sondaggi danno la sua popolarità in inesorabile ribasso, e l’intervista in diretta tv del 14 luglio non ha convinto pubblico e commentatori. Così, Francois Hollande ha tentato una mossa inedita per l’Eliseo e la Republique: ha accolto l’invito a cena dell’Associazione della stampa presidenziale, accettando di rispondere a qualche domanda ma soprattutto di concedersi per una lunga chiacchierata “off the record”, lontano da telecamere e microfoni. Una “operazione seduzione” in piena regola, “un vero show”, secondo i resoconti dei cronisti presenti: la sala ricevimenti di un hotel “particulier” nel centro di Parigi, con tavole apparecchiate in modo raffinato, un menù tipicamente francese, dal “foie gras” ai formaggi alle pastefrolle bretoni, e al centro lui, seduto davanti a un grande specchio a parete, che parlava, scherzava, incassava battute e critiche. Eppure, incalzato sulla questione, Hollande ha detto che l’impopolarità non lo preoccupa: «Perché i francesi dovrebbero aderire a una politica che non ha ancora portato risultati? L’unico modo di ritrovare la fiducia è ritrovare la crescita». Tra un boccone e l’altro si è parlato un po’ di tutto, dalla ripresa economica («la Francia è uscita dalla recessione», ha ribadito Hollande) ai matrimoni gay (su cui «la coagulazione di tutto il malcontento non è avvenuta»), finanche al suo famigerato nodo della cravatta quasi sempre storto («All’inizio mi dicevo “Ma non ha senso questa storia!”. Poi ho capito che era una questione di levatura»). Ma, soprattutto, Hollande ha voluto raccontare la sua visione politica e le sue idee per il rilancio del Paese, all’insegna della linea “riformista”, rivendicata con forza, e della volontà di costruire una Francia “più sovrana, meno vulnerabile” e capace di ritrovare “la sua influenza nel mondo”. Nessuno spazio, invece, per le questioni di vita privata. L’inquilino dell’Eliseo non ha voluto dire dove andrà in vacanza, pur ammettendo di sentirsi «prigioniero nel forte di Bregancon», residenza estiva sulla costa del Mediterraneo, né discutere dei suoi gusti in materia di libri o film, cosa che invece piaceva molto al suo predecessore Nicolas Sarkozy. La conversazione è stata fitta, a tratti animata, e si è prolungata ben oltre il pasto, nell’ingresso del palazzo, quasi fino a mezzanotte.

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