L’Europa “spiata” rinuncia alla sovranità, processa le idee e incatena il libero pensiero

3 Lug 2013 14:10 - di Gennaro Malgieri

Che cosa è diventata questa Europa? Impotente, masochista, suicida? Forse tutto questo e ancora di più. Mentre assomiglia ad un soggetto impaurito nella politica internazionale, come dimostra la sua assenza intorno alle questioni più scottanti del momento (crisi africane, insorgenze islamiste, “inverni arabi”, genocidi siriani, convulsioni sudamericane, Cile e Brasile, tralasciando quelle latenti da sempre) che pure inficiano la sua sicurezza e le cui ricadute si ripercuotono sulla sua economia, non dimostra un barlume di dignità quando si viene a sapere, al di là di ogni ragionevole dubbio, che le sue genti, le sue nazioni, i suoi Stati, le sue rappresentanze diplomatiche sono state  spiate – e tuttora forse ancora lo sono – da un’agenzia ufficiale dell’amministrazione degli Stati Uniti che tiene sotto la sua lente vizi e virtù di centinaia di milioni di esseri umani su cui non ha alcun diritto.

Al di là delle indignate parole di circostanza, non ci risulta che la Commissione europea, nella sua totalità, abbia quantomeno minacciato ritorsioni nei confronti degli Usa per l’intollerabile comportamento tenuto verso i suoi più prossimi alleati: si à limitata a chiedere ossequiosamente “spiegazioni”. Del resto che cosa ci si potrebbe attendere da una “colonia dell’Impero” che più allarga i propri confini (da due giorni alla Croazia, poi seguiranno gli altri Stati balcanici, quindi la Turchia – a prescindere da chi la guiderà – e via via tutti gli altri che raggiungeranno i parametri stabiliti, più o meno artificiosamente come si è capito con colpevole ritardo per ciò che ha riguardato l’ingresso nell’Unione della Grecia) e meno dimostra intelligenza politica e sufficiente dignità nel difendersi da ingerenze esterne.

E’ vero, l’Europa così come è stata concepita – agglomerato di interessi tecnocratici, finanziari e massonici, ispirata da una ideologia laicista ed universalista – non ha un futuro se non come area di libero scambio (ed anche su questo ci sarebbe da discutere), ma esprime tuttavia un rancore verso se stessa che ha dello stupefacente. La decisione presa ieri dal Parlamento europeo di revocare l’immunità parlamentare a Marine Le Pen rientra a pieno titolo nella fattispecie autolesionista che connota la più alta istituzione rappresentativa continentale.

La leader del Front national nel 2010 aveva definito le pregriere in pubblico, per le strade, sui marciapiedi, nelle piazze, nei mercati dei musulmani come una sorta di “occupazione” della Francia. Un’ “occupazione” non violenta, aveva comunque precisato, ma pur sempre un’ “occupazione”. Venne per questa espressione denunciata ed il Tribunale di Lione decise di processarla. Dopo tre anni è arrivato il via libera dell’assemblea parlamentare della quale fa parte. Dove l’ha riposto il diritto di manifestazione di una libera opinione il Parlamento europeo? Probabilmente se n’è dimenticato al momento del voto.

Beninteso, si può non essere d’accordo con la Le Pen, ma la sua reazione ad un costume che si va diffondendo in Francia non si può certo definire come istigazione all’odio razziale, né vilipendio ad una religione: ha espresso un parere come chiunque altro può farlo senza incorrere nella “vendetta” ideologica.

E’ curioso come l’Europa che procede nei confronti di una parlamentare che rappresenta milioni di cittadini non s’indigni quando un qualsiasi intellettuale, un docente delle scuole secondarie, un cittadino comune reclama la rimozione del crocifisso dalle aule nelle quali l’insegnamento religioso è peraltro facoltativo. Ed è ancora più strano che di fronte alla introduzione nella legislazione francese del matrimonio tra i gay, osteggiato dalla maggior parte dei cittadini, chi ha manifestato il proprio dissenso pubblicamente sia stato tacciato di omofobia e di intolleranza.

Che cosa sta diventando questa Europa, allora? Ce lo chiediamo inquieti e smarriti mentre supinamente ci inchiniamo ai diktat di Francoforte e di Bruxelles, ci pieghiamo alle ragioni finanziarie della speculazione mondiale che sta nuovamente stringendo il cappio al collo delle nazioni più deboli come l’Italia, ci sottomettiamo all’ideologia del “pensiero unico” dimentichi di chi siamo e delle nostre tradizioni, mentre strangolati economicamente e asfissiati socialmente vanamente invochiamo “spiegazioni” da chi si è impossessato dei nostri destini.

Europa good bye…

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