Le spese matte di Monti per la sua campagna. Più di 350mila euro all’inventore di “Yes, we can”

4 Lug 2013 16:15 - di Romana Fabiani

Il sobrio Mario Monti non ha badato a spese per la campagna elettorale della sua creatura battezzata in tutta fretta a fine dicembre dopo l’annuncio della “salita” in politica. Ha voluto il meglio sulla piazza  internazionale affidandosi a mister David Axelrod, il guru americano padre dello slogan elettorale più famoso al mondo Yes, we can, l‘artefice delle vittorie si Bill Clinton e Barack Obama. Ma il talento si paga e così il Professore, che poco si intende di marketing elettorale e dà il meglio sulla contabilità, dopo aver svuotato i portafogli degli italiani con il SalvaItalia, nella sua difficile corsa a Palazzo Chigi si è affidato al quotatissimo David. Quotato e superpagato, come dimostra la parcella che Lettera 43 è andata a scovare nei conti di Lista Civica: 350 mila euro e rotti, regolarmente fatturati, «per due appuntamenti a Roma e qualche email». Il supporto d’Oltreoceano (che non ha dato i frutti sperati) non è uno scoop, che il cambio di passo di Monti nella comunicazione, l’insolito linguaggio aggressivo verso gli avversari ex alleati di governo, le foto in stile “Mulino bianco” con moglie e nipoti e le comparsate televisive con il cane fossero consigliati dal guru statunitense non è un mistero, fu lo stesso Monti a fare outing dicendo che David lo voleva «più cattivo». Quello che è rimasto top secret finora è l’entità delle cifre stellari sborsate per il restyling dell’immagine di superMario nella speranza di uno storico exploit. La voce più corposa del bilancio è la fattura  (350.864, 23 euro) emessa dall’agenzia di Axelrod, la Akpd Message and Media per la  “consulenza strategica”.  In tutto le spese certificate nel bilancio finale di Scelta civica – sempre stando a Lettera 43 – ammontano 1 milione 117 mila e 415 euro. E pensare che da buon padre di famiglia Monti ha cercato di “risparmiare” sul resto della macchina elettorale, distribuendo le commesse all’eccellenza e alla creatività italiane. Ma anche qui l’operazione non è stata very cheap. Si parla di 26 mila euro per l’«ideazione e la realizzazione del marchio logotipo della Scelta civica», realizzato da Proforma, l’agenzia di comunicazione pugliese di fiducia di Nichi Vendola. “Solo” 4750 euro per  l’allestimento del sito dove è stato caricato il programma di Scelta civica, realizzato da Italia Futura Emilia Romagna; 5mila euro, invece, per la stampa del volumetto Agenda Monti. Per monitorare l’appeal del “nuovo” cartello centrista (con dentro Udc, Flie Italia Futura), difficile da pesare elettoralmente, lo staff montiano ha commissionato sondaggi per 48mila euro a Decysion Italy e 7 mila a Troisi Ricerche. Più economico il monitoraggio delle opinioni dei cittadini sull’ex premier tecnico e sui candidati sui social network: appena 10mila euro.

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