Il sit-in finisce con malori e ambulanze: la Boldrini riceve in ritardo i malati pro-Stamina in attesa sotto il solleone

24 Lug 2013 20:10 - di Antonella Ambrosioni

Era stata sbrigativa e “istituzionale” il  presidente della Camera, Laura Boldrini, trattando il gruppo di malati radunati davanti a Montecitorio già dll notte in una delle giornate più torride di questo luglio romano come semplici “questuanti”, seccatori da ricevere nei ritagli di tempo. Strano per una così sensibile ai diritti umani. Aveva dato, sì, la propria disponibilità ad incontrare i malati in protesta che chiedono di essere curati con il metodo Stamina: tuttavia, l’incontro avrà luogo «appena possibile», aveva precisato, e non immediatamente, anche in considerazione della «complicata giornata parlamentare”». La sensibilità o uno ce l’ha, altrimenti «non se la può dare», come disse Don Abbondio a proposito del coraggio (che non aveva). E infatti donna Laura dall’alto della sua «complicata giornata parlamentare» non deve aver valutato minimamente quanto complicata potesse diventare la  giornata dei malati radunati sotto il solleone su una sedia a rotelle. La Boldrini aveva “accondisceso” ad incontrare queste persone secondo i suoi tempi solo dopo che Ileana Argentin, deputata del Pd e disabile, nell’emiciclo aveva denunciato l’atteggiamento a suo dire «aggressivo e di superiorità» dei disabili in protesta verso di lei. «È un insulto alla nostra intelligenza», dice l’Argentin, «pensare che se si è disabili si può dire quel che si vuole. Ci sono interessi vergognosi dietro chi vuol farsi curare con quel metodo. Le priorità non sono date dal disagio fisico ma da quello morale». Naturalmente l’insulto personale è da censurare. Ma proprio per rimanere sul tema del «disagio fisico», come si fa a dare una lezione di stile e rimanere così insensibili di fronte a malati appesi a un filo? Nove disabili hanno trascorso la notte a terra o sulle loro sedie a rotelle. Tra loro i due fratelli di Lipari, Sandro e Marco Biviano, che sono convinti che andranno via morti e non intendono muoversi da lì «finché non ci verrà data la possibilità di curarci». L’attesa in quelle condizioni fisiche avrebbe sfiancato chiunque e infatti dopo una notte passata all’addiaccio, sono attivati i malori per il caldo. Molti sono stati soccorsi dalle ambulanze, insieme ad altri malati gravissimi. «Ci avevano promesso un incontro con la Boldrini per questa mattina, ma poi hanno rinviato alle 16», lamenta il vicepresidente del Movimento Vite Sospese, Pietro Crisafulli. Ma l’orario non sarebbe stato rispettato. Troppo tempo in tali condizioni fisiche può essere fatale. Così, dopo l’arrivo delle ambulanze, i familiari dei manifestanti hanno tentato di fare irruzione a Montecitorio, ma sono stati fermati. La situazione si è scaldata, è il caso di dire, e alla fine cinque disabili sono stati fatti entrare nel palazzo per essere sottoposti alle prime cure. A questo punto ma “solo” a questo punto, non è stato più possibile eludere il problema e la Boldrini, molto in ritardo, ha incontrato i  rappresentanti del Movimento Vite Sospese, che chiedono urgenti modifiche al decreto che impedisce il metodo Stamina. Il presidente della Camera ha chiesto loro di consegnarle una relazione che spieghi quali sono le lacune e come va migliorata la legge sulla sperimentazione delle cellule staminali. La relazione verrà presentata nei prossimi giorni. Subito dopo ci sarà un nuovo iconro, secondo quanto promesso. Intanto, i malati continuano la loro protesta.

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