Crollano i teoremi di Ciancimino e Travaglio: assolto il generale Mori. Il Pdl: «Ora gli chiedano scusa…»

17 Lug 2013 18:45 - di Redazione

Il Tribunale di Palermo ha assolto il generale dei carabinieri Mario Mori. Era accusato di non avere catturato, ad ottobre del ’95 il boss Bernardo Provenzano consentendogli, così, di rimanere latitante. I giudici hanno assolto anche il coimputato di Mori, il colonnello Mauro Obinu. Per entrambi l’accusa era favoreggiamento aggravato alla mafia. La formula assolutoria è stata: «Perché il fatto non costituisce reato». Il pm Nino Di Matteo aveva chiesto nove anni di carcere per Mori e sei anni e mezzo per Obinu. Massimo Ciancimino, arrestato a maggio per associazione per delinquere, era il principale teste d’accusa di Mori. Nelle sue dichiarazioni spontanee il generale dei carabinieri si è difeso sostenendo che dal figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino, c’erano state «una serie di manovre depistanti sgià stigmatizzate in più sedi giudiziarie».

Alcune ordinanze della Corte d’appello di Palermo, come quella del 7 settembre 2009, nella quale si respinge la richiesta di citazione quale teste del Ciancimino nel processo contro il senatore Marcello Dell’Utri, «alla luce di una, testuale,… continua e non sempre sanata contraddittorietà delle dichiarazioni rese…». Un pronunciamento della Corte d’Appello di Palermo  che è stato poi ribadito nella sentenza emessa il 29 giugno 2010. Tra i testimoni intervenuti al processo in difesa degli ufficiali, era intervenuto anche il colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio. Nel dicembre 2008,  l’ ufficiale che arrestò Riina conosciuto come “Ultimo” aveva pronunciato una difesa accorata. Ricostruendo l’operazione che prendeva le mosse dalle dichiarazioni del confidente Luigi Ilardo, il capitano Ultimo ricordò: «Al casolare segnalato dal confidente al colonnello Riccio si arrivava attraverso una strada sterrata. Chiunque l’ avesse percorsa per un pedinamento sarebbe stato certamente visto». Il pm Di Matteo ha contestato a De Caprio alcune dichiarazioni, ritenute in parte difformi da quelle rilasciate alla Procura durante le indagini. Una sentenza che sconfessa con Ciancimino junior anche chi ha aveva preso le sue “rivelazioni” come oro colato: dai pm palermitani a Michele Santoro.

Crollano, dunque, i teoremi di Travaglio e company, quelli che su Ciancimino hanno investito anni di articoli e comparsate televisive. E con cui il Pdl aveva battagliato in difesa di Mori. «Salutiamo positivamente l’assoluzione del Generale Mori che è stato perseguitato per molti anni per avere svolto in Sicilia un ruolo fondamentale nella lotta alla mafia, cosa che tutti coloro che si sono occupati di essa sapevano benissimo», dice Fabrizio Cicchitto. «Ora chiedano scusa a Mori», aggiunge Maurizio Gasparri.

 

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