Cassazione sprint, il Pdl insorge: «Ora si può veramente pensare di tutto. Serve un’azione corale»

9 Lug 2013 20:37 - di Redazione

Uno sprint sospetto e mai visto prima. Il Pdl fa quadrato attorno al suo leader riguardo alla decisione della Cassazione di fissare la prima udienza del processo Mediaset a tempo di record, il prossimo 30 luglio, per evitare il rischio prescrizione. Usa l’arma dell’ironia il segretario Angelino Alfano, ma è un’ironia intinta nell’amarezza: «Sono lieto di constatare lo straordinario miglioramento nella performance della Cassazione – dice – che dai tempi di trattazione delle cause penali, intorno ai 200 giorni (durata media cause penali nel 2010) schizza agilmente a meno di trenta per il presidente Berlusconi». Aggiunge sarcastico: «Sono ammirato per questa prova di efficienza della Corte che ha battuto ogni record del giusto processo. Evidentemente, il lavoro svolto dal presidente Berlusconi per lo smaltimento dell’arretrato, comincia a dare i suoi frutti. Confido che il trattamento sarà riservato come è doveroso anche ai tanti cittadini meno famosi ma equalmente desiderosi di una giustizia così fulminante». E Silvio Berlusconi ai suoi che gli telefonavano per esprimergli solidarietà ha risposto con toni battaglieri: “Tenetevi pronti a tutto – avrebbe detto – a questo punto io non garantisco più nulla”.

La decisione della Cassazione di affrettare i tempi, danneggiando la difesa che si aspettava più tempo, aveva lasciato di sasso per primo proprio il “nuovo” legale del Cavaliere che, giura, in carriera non ha mai visto «un’udienza fissata con questa velocità: sono esterrefatto, sorpreso e amareggiato perché in questo modo si comprimono i diritti della difesa», si infuria Franco Coppi. La conseguenza logica vuole, interviene Sandro Bondi, coordinatore del partito, che «se il professor Coppi, notoriamente prudente e misurato, si dichiara esterrefatto  si può pensare di tutto». Speranzoso ma risoluto: «Se i peggiori sospetti dovessero realizzarsi» con un «vero e proprio disegno finalizzato a condannare e ad eliminare il presidente Berlusconi dalla vita politica, allora davvero tutto può accadere, compresa – afferma Bondi – la necessità da parte nostra di forme di resistenza seppure non violente».

Di subire in silenzio non è più il caso. Daniela Santanchè senza troppi giri di parole sollecita il Pdl ad attrezzarsi di fronte a questo ennesimo accerchiamento giudiziario: «Che cosa facciamo, aspettiamo ancora l’unica manifestazione che forse riusciremo a fare, e cioè quella di accompagnarlo in carcere?  Serve – conclude – passare all’azione». Sulla stessa linea Maurizio Gasparri, anche lui colpito dal giudizio dell’avvocato Coppi: «Se un giurista di grande esperienza commenta in modo così severo, tutti dovrebbero prendere atto che si tratta di una vicenda inaccettabile. Siamo di fronte al supremo organo di giudizio o a un fast-food dove si sfornano decisioni su richiesta? Non possiamo subire in silenzio e passivamente un’aggressione di questa portata. La risposta deve essere corale, politica, decisa. E la dovremo prendere tutti insieme rapidamente perché è giusto solidarizzare con Silvio Berlusconi», incalza il vicepresidente del Senato. Aggiunge il senantore  Altero Matteoli. «Spero che la Cassazione assolva Berlusconi, invertendo la vergognosa sequela di indagini e processi costruiti con intenti politici. Diversamente il futuro della vita democratica del Paese sarebbe davvero pieno di incognite». «È in gioco molto più del destino di una persona», sottolinea infatti Daniele Capezzone, mentre per Fabrizio Cicchitto la decisione della Cassazione adombra una doppia operazione politico-giudiziaria: «Colpire Berlusconi e destabilizzare un governo la cui composizione e la cui maggioranza politica è del tutto sgradita a precisi ambienti giudiziari, editoriali, finanziari e politici».

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