Bagno di folla di papa Francesco alla favela Varginha. «Vorrei bussare a ogni porta ma il Brasile è così grande». Poi l’appello contro il narcotraffico e la liberalizzazione

25 Lug 2013 18:19 - di Redazione

«Busso a questa comunità che oggi rappresenta tutti i rioni del Brasile,’avrei voluto bussare a ogni porta, dire “buongiorno”, prendere un cafezinho, parlare come amici di casa, ascoltare il cuore di ciascuno… ma il Brasile è così grande». Con queste parole papa Francesco ha inaugurato la sua visita alla miserrima favela Varginha, a Manguinhos, a nord di Rio de Janeiro,  “pacificata”, come dicono i brasiliani, perché la polizia ha espulso i narcos e imposto la legge dello Stato ma il consumo di crack è ancora altissimo. Niente paesaggio da cartolina con l’oceano sullo sfondo, ma appena una distesa di casupole, senza asfalto e il campo di pallone come «piazza» centrale. Centinaia di residenti lo hanno accolto con grida di entusiasmo e ancora una volta la partecipazione e l’accoglienza sono state “caldissime”, meglio – ha detto lui stesso – «di qualsiasi decorazione». Lo stile e la scelta dei siti conferma la profonda vocazione pastorale e pauperistica del pontifice “venuto dalle fine del mondo”. Sotto una pioggia incessante e senza ombrello, il Papa ha percorso lentamente le viuzze della baraccopoli salutando le persone, distribuendo sorrisi. Poi ha varcato la soglia di casa di un residente per una visita  privata durata una quindicina di minuti. Dopo aver benedetto la residenza, il pontefice ha continuato a percorrere le vie della baraccopoli, salutando la gente del posto e baciando i bambini. Possiamo chiamarla “papà”?, ha chiesto commosso un giovane residente che ha letto una lettera di benvenuto a Bergoglio nella quale non  ha risparmiato toni critici nei confronti delle autorità locali, ricordando che la favela è stata ”oggetto di attenzioni” solo dopo l’annuncio della visita del Papa. Salito sul palco installato nel campo di calcio, il Papa ha citato il documento di Aparecida ricordando che la Chiesa «è avvocata della giustizia e difensore dei poveri contro le disuguaglianze sociali ed economiche intollerabili che gridano al cielo». In mattinata aveva inaugurato la sua terza giornata brasiliana proprio con una vigorosa presa di posizione contro la liberalizzazione delle droghe. «La piaga del narcotraffico, che favorisce violenza e semina dolore e morte, richiede un atto di coraggio di tutta la società. Non è con la liberalizzazione delle droghe, come si sta discutendo in varie parti dell’America Latina, che si potrà ridurre la diffusione e l’influenza della dipendenza chimica». Parole pronunciate in un appassionato discorso davanti a ospiti e amici dell’ospedale Sao Francisco d’Assis dove è stato accolto con grandissimo affetto. La lotta alle droghe e al business dei narcos è da sempre uno dei temi cari a Bergoglio, che per anni ha affrontato queste questioni nelle periferie della sua Buenos Aires.

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