Anche “Il Messaggero” boccia Marino: «Con la pedonalizzazione dei Fori a Roma sarà il caos»

13 Lug 2013 19:06 - di Guido Liberati

«La chiusura dei Fori Imperiali è difficile perché significa isolare interi rioni e quartieri». La considerazione dell’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno può essere relegata nel soffitto delle critiche dell’opposizione a Ignazio Marino, se non fosse che la stessa linea, più o meno in questi termini, è portata avanti dai quotidiani della Capitale. Nel giorno in cui apre il cantiere in via Labicana in vista della chiusura dal 30 luglio, Il Messaggero ha dedicato un reportage allarmante. Lo storico quotidiano romano «ha fatto un viaggio strada per strada e non si prospetta nulla di buono». Perché in attesa della pedonalizzazione pensata da Marino nella zona circostante ci sono già «intasamenti, code, doppie file e sosta selvaggia ovunque» e già da ora attorno all’isola le strade sono «al collasso». Nel viaggio dedicato alle strade che ospiteranno il traffico dirottato sui Fori il cronista ha scoperto quello che tutti i romani sapevano già: almeno quelli che non possono permettersi il lusso di andare in bicicletta con la scorta per andare a lavoro. Strade anguste con ingorghi a più riprese, vetture in doppia fila, ingorghi continui, tra via Labicana e le stradine principali. Insomma, soltanto a un signore genovese che ha passato la propria vita negli Stati Uniti poteva venire in mente di chiudere i Fori Imperiali al traffico senza prevedere contromisure.

Il centrodestra ha promosso un referendum sul tema, dedicando anche un sito ai cittadini, ma l’assessore ai Trasporti Guido Improta non lascia speranze di ripensamento. Se la sperimentazione non dovesse dare i suoi frutti? «Un assessore ai Trasporti non mette mai in discussione le decisioni, perché almeno questa amministrazione le valuta e le esamina prima. Eventualmente il problema sarà soltanto quello di introdurre dei correttivi funzionali a una decisione che però, indipendentemente dalla spinta che ha voluto imprimere il sindaco, è una riflessione che oramai ci accompagna da diversi decenni, e quindi è giusto portarla avanti». Come a dire ai romani: rassegnatevi al caos.

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