Torna la terribile accoppiata Monti-Fornero e tenta lo scatto d’orgoglio. In difesa dell’indifendibile

27 Giu 2013 18:52 - di Francesco Signoretta

Il duo si ritrova, nello stesso giorno, alla stessa ora, per parlare quasi in coro nel tentativo di difendere l’indifendibile. La terribile accoppiata Monti-Fornero tenta lo scatto d’orgoglio. L’ex ministra dalla lacrima facile, dopo il decreto sul lavoro, urla: «Non sparate sulla mia riforma». E il professore bocconiano si mette in trincea persino sull’aumento dell’Iva: «Il rinvio è dettato dalla necessità di rispondere alle promesse elettorali». Non gli è bastata la batosta elettorale, tutt’e due ritengono di aver dato il meglio e per affermare una cosa del genere ci vuole una buona dose di coraggio. Monti arriva a sostenere persino di aver fatto tutto il possibile nella vicenda dei Marò, poco importa se i nostri sfortunati militari si trovino agli arresti in India. Non solo. Si stupisce del fatto che il governo italiano a guida Berlusconi, nell’estate del 2011, abbia aderito alle richieste della Banca centrale europea. Lui che, per l’intero periodo in cui è stato a Palazzo Chigi, si è mosso in nome e per conto della Merkel, con la massima aspirazione di far diventare l’Italia una sorta di protettorato economico della Germania, con l’obbligo di tirare la cinghia per far contenti i tedeschi. Certo i miracoli non vi vedono neppure adesso, ma quanta differenza con la politica portata avanti dal professore bocconiano che oggi fa le pulci alla riforma del lavoro ma un anno fa, con le misure varate dalla Fornero e sostenute dalla Cgil e dal Pd, mise insieme una serie di cappi che finirono per strangolare anche l’ultima parvenza di flessibilità che esisteva, costringendo le imprese a chiudere e a licenziare. Proprio lui oggi parla di «disincentivo al lavoro regolare». Ma non aveva penalizzato i contratti a termine per spingere quelli a tempo indeterminato? Ancora non si rende conto che ha finito per non avere né gli uni né gli altri e così ha penalizzato tutti. Ma il massimo del paradosso lo raggiunge quando parla del rinvio dell’aumento dell’Iva: «Mi sembra fuori discussione – afferma Monti – che rinviare la tassa sia una necessità per rispondere a promesse elettorali». Alleggerire questa imposta e abbattere l’Imu, infatti, non viene considerato prioritario dal leader di Scelta Civica, per lui è meglio lo slittamento che l’eliminazione definitiva. In merito ai Marò, La Russa gli ricorda che sono ancora in India perché «lo stesso Monti, cambiando idea anche per assecondare fantomatici interessi economici, li ha rispediti lì contro il parere del suo stesso ministro degli Esteri che si è addirittura dimesso per protesta». Il tecnico del rigore può inventarsi tutto quello che vuole, ma gli italiani non dimenticano. Glielo ricordano l’Imu, l’Iva e i mille balzelli che pesano sulla testa di tutti. A battere le mani è rimasta solo la Merkel. Ad elogiarlo (e ad elogiarsi) è rimasta la Fornero. Con una lacrima di malinconia.

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