Il battesimo della giunta Marino. Accontentata Sel e tutte le correnti dem in attesa di imbarcare i grillini

27 Giu 2013 11:01 - di Romana Fabiani

Con la prima riunione di giunta, nell’elegante Sala delle Bandiere  del Campidoglio, Ignazio Marino, voluto a tutti i costi da Goffredo Bettini,il deus ex machina della sinistra romana, apre il dopo-Alemanno con un debutto rovinato da liti e baruffe interne per l’attribuzione degli assessorati e la levata di scudi di Confesercenti sull’allarme turismo. Confermati i nomi della vigilia e i musi lunghi per i tanti nomi bocciati. Un mix di tecnici e politici per una squadra decisamente sbilanciata a sinistra che lascia l’amaro in bocca all’ala centrista. Per chi avesse dubbi basta ascoltare l’apertura esplicita al Movimento Cinquestelle che il mite Marino ha confermato in conferenza stampa, spiazzato dal gran rifiuto di quello che chiama «il leader carismatico del movimento». Resta la voglia di catechizzare i quattro consiglieri grillini,  pardon di utilizzarli come risorsa preziosa. «Io non posso che dispiacermene ma è un problema più di Grillo che dei consiglieri comunali, con cui spero di poter collaborare», ha detto nella speranza che nell’aula Giulio Cesare non si mettano sull’Aventino come in Parlamento. La scelta della squadra è tutta frutto della fatica del sindaco-medico, che la rivendica con orgoglio: stella polare la parità di genere, sei uomini e sei donne, per mettere a tacere le polemiche della vigilia, poi lo svecchiamento,  un mantra trasversale a tutte le forze politiche. Accontentata Sel con la poltrona più importante, quella di vicesindaco affidata a Luigi Nieri, che assumerà anche la delega pesante al Patrimonio. Restyling fantasioso anche nel lessico: spuntano gli assessorati alla “qualità della vita”, al “benessere”, alla “creatività”. «Divisa equamente tra giovani e donne», ma avrebbe dovuto dire divisa scrupolosamente tra i maggiorenti di largo del Nazareno. Ci sono il bersaniano Daniele Ozzimo a Casa e Lavoro, il veltroniano Paolo Masini ai Lavori pubblici e Periferie; la renziana Marta Leonori a Roma Produttiva;  Estella Marino all’Ambiente e Rifiuti, di provata fede dalemiana. Non poteva mancare la fedelissima di Marino, Alessandra Cattoi al Scuola, infanzia, giovani e pari opportunità. Alla Cultura, creatività e promozione artistica c’è Flavia Barca, sorella dell’ex ministro. E ancora la Trasformazione urbana è affidata a Giovanni Caudo, docente di Architettura di Roma Tre, il Sostegno sociale a un’altra accademica Rita Cutini, mentre i  Trasporti vanno a Guido Improta, ex sottosegretario del governo Monti. La scuola è  affidata a Flavia Barca, sorella dell’ex ministro. Alla fine anche la casella più incerta fino all’ultimo, quella del Bilancio, è finita al magistrato della Corte dei Conti Daniela Morgante. La prima delibera? «La decideremo insieme», risponde il primo cittadino “forestiero”. Che non è proprio un’indicazione di chiarezza programmatica per i romani che lo hanno votato.

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